La Russia lascia la grande base in Siria e si accanisce con droni e missili sull’Ucraina
La Russia, assieme all'Iran, figura tra gli attori sconfitti in Siria. Il cambio di regime ha privato Mosca del suo alleato regionale, Bashar al-Assad, consegnando la bussola del Paese nelle mani degli avversari. Almeno per il momento. Da qui la decisione del Cremlino di ritirare tutte le navi russe dalla grande base siriana di Tartus, nodo strategico per la proiezione nel Mediterraneo. Il caos nel Paese mediorientale è servito agli avversari di Putin (in primis gli Usa) proprio per mettere pressione alla Federazione, in vista dei colloqui sull'Ucraina. (QuiFinanza)
La notizia riportata su altri giornali
Presso la base aerea russa di Khmeimim, a Latakia, sulla costa mediterranea della Siria nord-occidentale, erano presenti due aerei da trasporto militare pesante AN-124, entrambi con il muso sollevato, a indicare che erano pronti a imbarcare il carico. (La Stampa)
L’ex generale dell’Fsb Evgenij Savostyanov è considerato uno degli analisti più raffinati sullo stato del suo Paese. Poi l’attualità ha imposto la sua legge. (Corriere della Sera)
Immagini satellitari indicano che la Russia si sta preparando a lasciare le sue basi in Siria. Secondo la Cnn, che ha lanciato la notizia, le immagini raccolte da Maxar venerdì mattina non mentono: Mosca sta preparando gli aerei per evacuare il suo personale militare e civile dalle sue basi militari nel Paese medio orientale. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
E le prospettive del paese, così come dell'impatto della nuova Siria in tutto il Medio Oriente, sono ancora tutte da comprendere e da scrivere. I ribelli prendono il potere in Siria, costringendo Bashar al-Assad alla fuga in Russia. (Liberoquotidiano.it)
Il capo di Hts, la milizia ex jihadista che ha guidato i ribelli in Siria e ha rovesciato il regime di Assad oggi ha invitato “tutti i siriani a scendere in piazza per celebrare la Rivoluzione” (la Repubblica)
Prova a mascherare lo sgomento per il crollo rapido e totale dell’esercito siriano che per quasi dieci anni aveva protetto e sostenuto con i suoi aerei, anche ai primi di novembre nell’inutile tentativo di fermare l’ormai incontenibile offensiva dei jihadisti. (il manifesto)