Austria, primi gli ultranazionalisti: ma Kickl non ha alleati per governare

«I tempi stanno cambiando», diceva Bob Dylan. È di nuovo vero, ma in un’altra direzione. La FPÖ guidata da Herbert Kickl ha vinto le elezioni federali in Austria. Per la prima volta dal dopoguerra un partito di estrema destra nazionalista è la più forte formazione politica della Repubblica. Dalle urne di Vienna esce un’altra conferma del vento di destra che soffia sull’Europa. Ma nella complicata alchimia austriaca, il vincitore del voto non ha realisticamente alcuna chance di diventare cancelliere. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Il leader della Lega, dopo le parole di Tajani sulla vittoria elettorale in Austria dell'estrema destra («Da respingere i rigurgiti neonazisti»), aveva reagito dicendo che chi diceva così poteva aver «dormito male per aver mangiato pesante». (Corriere della Sera)

– Uno tsunami politico in Austria la vittoria del partito della Libertà, Fpo. E l’onda lunga del voto scuote anche il centrodestra italiano: come gestire il vento sovranista? Bisogna fare terra bruciata intorno a una forza estremista, con radici nell’ideologia nazista, oppure no? A Vienna, i popolari non hanno dubbi: sbarrano la porta a Herbert Kickl, che da solo non ha i voti per governare. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ma in Europa non è così: se non vince chi dicono loro, i (presunti) progressisti e liberali insorgono e accusano il popolo. E anche oggi, la democrazia è i... (La Verità)

Cosa cambia per l’Europa centrale con l’ascesa dei nazionalisti in Austria, Germania e Cechia (Start Magazine)

I socialisti di Spo e i popolari di Opv hanno i numeri per metterlo a terra pure a Vienna e presumibilmente lo faranno, applicando un cosiddetto “cordone sanitario” per mettere in sicurezza il sistema paese rispetto alle forze politiche estremiste. (Italia Oggi)

Tutti si chiedono se alla fine darà l’incarico al partito che ha vinto le elezioni, l’estrema destra di Herbert Kickl, nonostante abbia lasciato intendere di volerlo evitare a tutti i costi. Persino il presidente della Repubblica, Alexander Van der Bellen, ha lasciato intendere che ci vorrà del tempo. (la Repubblica)