Giorgetti e la Spending Review, Tensioni nel Governo Meloni

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INTERNO

ROMA — Il clima gelido nel governo Meloni, dopo la strigliata del ministro Giancarlo Giorgetti, trapela dalla reazione del collega Francesco Lollobrigida. Il ministro dell’Agricoltura risponde subito al titolare dell’Economia, che parla di “sacrifici da fare” e minaccia i componenti dell’esecutivo sui tagli al bilancio. Giorgetti, infatti, ha chiesto ai ministri di presentare piani di risparmio già ad agosto, ma non tutti hanno risposto all’appello. Così, lui tira fuori la scimitarra: per ora la fa solo vedere, promette di usarla ma spera che la minaccia basti.

Il ministro dell’Economia, durante la festa del Foglio, ha dichiarato di essere pronto a “vestire la parte del cattivo” se i colleghi non proporranno misure per ridurre la spesa. “Anche loro devono fare sacrifici, rinunciare a qualche programma”, ha affermato Giorgetti, sottolineando che senza proposte concrete, sarà lui stesso a intervenire. La tensione è palpabile, con il vicepremier Matteo Salvini che difende il proprio budget e si oppone alle richieste di tagli.

La situazione è resa ancora più complessa dai problemi del premier francese Michel Barnier e dagli scatoloni che circolano ai piani alti della Commissione europea in attesa della nuova squadra. Martedì, il governo italiano invierà a Bruxelles la bozza della legge di Bilancio per il 2025, ma si tratterà solo dei grandi numeri, quelli che ormai conosciamo. Giorgetti, parafrasando Bertold Brecht, potrebbe dire: “Mi sedetti dalla parte dei cattivi visto che tutti gli altri posti erano occupati”.

In questo contesto, la spending review langue e i ministri sono chiamati a fare la loro parte per evitare che Giorgetti debba usare la scimitarra.