Parte lo sciopero a oltranza alla Volkswagen. “Dal 2014 pioggia di dividendi, ora anche gli azionisti facciano sacrifici”

Prima giornata di sciopero alla Volkswagen in quella che i sindacati hanno affermato che potrebbe essere “la battaglia contrattuale collettiva più dura che l’azienda abbia mai conosciuto”. Tutti i dipendenti sono stati infatti chiamati a sospendere il lavoro ad oltranza per opporsi alle migliaia di tagli di posti previsti dal gruppo. Volkswagen ipotizza di chiudere tre stabilimenti su dieci in Germania e di licenziare fino a 15mila persone, rompendo una “pace” con i lavoratori che mai era stata messa così a rischio nel dopoguerra. (Il Fatto Quotidiano)

La notizia riportata su altri media

L’iniziativa organizzata da quest’ultima costituisce una risposta diretta alle misure annunciate dalla compagnia per il contenimento dei costi, che comprendono tagli salariali, chiusure di stabilimenti e decine di migliaia di licenziamenti. (Virgilio)

Il sindacato IG Metall promette «una battaglia mai vista», mentre il colosso dell’auto cerca di arrivare a una soluzione condivisa Partono gli scioperi in nove stabilimenti Volkswagen in Germania: linee di montaggio ferme e tensioni crescenti tra sindacati e azienda. (Milano Finanza)

"Gli scioperi di avvertimento inizieranno lunedì in tutte le fabbriche", aveva avvertito ieri in un comunicato stampa Thorsten Gröger, negoziatore del sindacato dei metalmeccanici tedeschi Ig Metall. (Tiscali Notizie)

Grande sciopero in Germania per la crisi Volkswagen: manifestazioni sacrosanti, che dovrebbero insegnarci qualcosa

Per ora è un focolaio, potrebbe presto divampare in un incendio: "Se necessario, questa sarà la battaglia più dura di sempre". (L'HuffPost)

La decisione arriva al termine del periodo di dialogo sociale obbligatorio per 120.000 dipendenti del marchio in Germania. (Tom's Hardware Italia)

Come è noto, infatti, il comparto automobilistico, trainante in area teutonica, risulta profondamente in crisi per più motivi. E la Germania stessa sembra ormai entrata in una fase di palese recessione. (Il Giornale d'Italia)