Schlein, il campo largo e l’ego di Renzi e Conte

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La Stampa INTERNO

È passato di recente in tv l’ultimo film di Nanni Moretti, Il Sol dell’Avvenire, storia di una coppia comunista che si divide sull’aggressione sovietica all’Ungheria, ove lei (Barbara Bobulova) predica la disobbedienza alla linea del partito e lui (Silvio Orlando) fatica a uscire dal ruolo di custode dell’ortodossia. Ci ha ricordato un tempo dove, dentro i partiti, le donne rappresentavano l’elemento passionale, ribelle, emotivo, mentre toccava ai maschi la custodia della ragion politica con i suoi sacrifici. (La Stampa)

Ne parlano anche altre testate

"Se questo è il campo largo, Giorgia Meloni rischia di governare altri dieci anni". La battuta rimbalza tra il Transatlantico di Montecitorio e il salone Garibaldi di Palazzo Madama. (Tiscali Notizie)

Sarà pur vero che da… Non facciamoci del male, è il refrain morettiano dietro cui si trincera l’intera classe dirigente del Pd, mentre va in scena l’ennesima prova di sfascio del traballante campo largo (la Repubblica)

E il Pd? Non ha fatto poi un granché per impedire il veto del M5S nei confronti di Italia viva. Conte non ne ha mai fatto un mistero. (Corriere della Sera)

Di quel dettaglio che si chiama collocazione internazionale (Trump o Harris, armi o fiori nei cannoni a Kiev per la gioia di Putin) neanche a parlarne, compresa l’Europa (Ursula sì, Ursula no). (La Stampa)

“Non si può andare avanti a colpi di ipocrisia, ci sono dei problemi col Pd. Renzi? Con lui non possiamo fare politica”. (Il Fatto Quotidiano)

A volte mi chiedo se il campo largo lo sia abbastanza da contenere tutta la democrazia di cui sento un gran parlare. Anni fa, il Pd insultava M5S, eletti ed elettori tot court, con la ripetitiva e banale parola “click”. (Il Fatto Quotidiano)