Il sentiero stretto dell'Ursula bis

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PNRR Ponte sullo Stretto Migranti

Il discorso con cui ieri Ursula von der Leyen ha chiesto il voto dei parlamentari europei non è stato certo privo di ambizione: «I prossimi cinque anni definiranno il posto dell’Europa nel mondo per i prossimi cinque decenni. Decideranno se plasmare il nostro futuro o se lasciare che venga plasmato dagli eventi o dagli altri. In un mondo di avversità e incertezza credo che l’Europa debba scegliere di restare unita e osare pensare e agire in grande. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

Ci ha pensato di nuovo Christine Anderson, deputata tedesca di Alternative für Deutschland, a riaccendere la miccia contro Ursula von der Leyen, neo-eletta Presidente della Commissione europea per il secondo mandato. (Radio Radio)

– La scelta più sofferta, quella di votare contro l’amica e alleata Ursula von der Leyen, arriva solo all’ultimo momento. A spingere verso il "no" è stato un principio di coerenza, spiega Giorgia Meloni quando tutto è finito, in un videomessaggio di 52 minuti: "Siamo rimasti coerenti con la posizione espressa nel Consiglio europeo di non condivisione del metodo e del merito". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Ecco le linee programmatiche raccolte in un documento di una trentina di pagine. (AGI - Agenzia Italia)

Au revoir Ursula. Meloni cede al richiamo della foresta sovranista

"Non permetterò mai che venga accettata l'estrema polarizzazione delle nostre società. E non accetterò mai che demagoghi ed estremisti distruggano il nostro stile di vita europeo". Questo uno dei passaggi del discorso che la rieletta presidente della Commissione Ue ha fatto nel presentare il suo programma per il prossimo mandato. (Sky Tg24 )

Ursula von der Leyen è stata rieletta alla guida della Commissione europea con 401 voti. La candidata tedesca è stata sostenuta dal suo partito (Ppe), dai socialisti e dai liberali e questo le ha consentito di superare la soglia necessaria di 361 voti. (Tempi.it)

Per come l’ha maldestramente impostata sin dall’inizio, ovvero da capo fazione più che da premier di un grande paese fondatore dell’Europa, l’ultimo atto di Giorgia Meloni è la semplice conseguenza dell’incastro in cui si è cacciata. (L'HuffPost)