Ospedali veneziani addio, la grande fuga di medici e infermieri

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La Nuova Venezia SALUTE

Se ne vanno. Lasciano il pubblico per il privato, per le cooperative o la libera professione, per poter avere un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro. I dati estratti da Hr Suite Gpi dalla Regione Veneto non lasciano dubbi: sul totale delle dimissioni dei medici, il 66% nell’Usl 3 e il 54% nell’Usl 4 se ne è andato di propria iniziativa, uscite non legate, quindi, a trasferimenti o pens… (La Nuova Venezia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Pur “apprezzando gli sforzi” dell’assessore Guido Bertolaso, l’Anaao Lombardia dichiara di non poter “non constatare che la politica regionale, quella che governa il sistema da 30 anni, è ferma”, mentre “servono scelte radicali per salvare il sistema sanitario, o sarà negato il diritto alla salute”, perché “i professionisti scompariranno da metà degli ospedali regionali, a cominciare da quelli più piccoli e insicuri”. (Quotidiano Sanità)

Fials Lombardia esprime forte preoccupazione per la crescente crisi nella gestione delle risorse legate alle prestazioni aggiuntive destinate alle Asst e Irccs pubblici, ormai esaurite, mettendo a rischio l’efficienza del sistema sanitario regionale e il piano di riduzione delle liste d’attesa. (Nurse Times)

Fials Lombardia esprime forte preoccupazione per la crescente crisi nella gestione delle risorse legate alle prestazioni aggiuntive destinate alle ASST e IRCCS pubblici, ormai esaurite, mettendo a rischio l’efficienza del sistema sanitario regionale e il piano di riduzione delle liste d’attesa. (Il Cittadino)

E poi 163 infermieri e tantissimi — 893 camici bianchi — pronti a gestire i cosiddetti ambulatori “codici minori”, destinati alle visite di chi arriva in pronto soccorso senza essere grave, con un codice bianco… Specialisti di pronto soccorso, ortopedici, pediatri, psichiatri e anestesisti. (La Repubblica)

“La politica regionale è ferma”. Ad affermarlo è il segretario di Anaao Assomed Lombardia Stefano Magnone. (varesenews.it)

Il depauperamento degli ospedali italiani, infatti, è anche dovuto da medici, molto spesso primari, che arrivati all’età della pensione scelgono di interrompere la propria attività per poi però continuare ad esercitare la professione nell’ambito sanitario privato accreditato, ovvero in quella sfera della Sanità che Regione Lombardia sostiene economicamente con soldi pubblici. (malpensa24.it)