Autostrade: nel 2025 pedaggi più cari dell'1,8% | Dueruote
Il 2025 riserverà, come ogni anno, un ritocco verso l'alto dei pedaggi autostradali. Un emendamento dei relatori alla manovra depositato in Commissione Bilancio alla Camera, infatti, prevede che le tariffe autostradali relative alle concessioni per il 2025 sono incrementate nella misura dell'1,8%, corrispondente all'indice di inflazione programmato per il prossimo anno, ad eccezione delle società nei cui atti non è previsto un aumento dei pedaggi. (Dueruote)
Su altri giornali
Parliamo di autostrade. E’ in arrivo un aumento delle tariffe. Chi scrive non ha capito bene dove e come, ma è in arrivo. Ed è possibile che riguardi anche la Liguria: meglio, dunque, mettere le mani avanti. (IVG.it)
La proposta prevede un rinnovo fino a un massimo di 40 anni a fronte di un impegno dei concessionari a predisporre “piani straordinari di investimento pluriennale”. Inserito un emendamento al Ddl Bilancio 2025 per la possibile proroga delle concessioni della distribuzione elettrica, in scadenza al 2030. (Websim)
Mentre Giorgia Meloni ad Atreju elogiava la motosega con cui Javier Milei ha tagliato la spesa pubblica, privatizzato e liberalizzato, i suoi in Parlamento aumentavano la spesa pubblica, nazionalizzavano e rafforzavano i monopoli. (Istituto Bruno Leoni)
Mentre è ancora stallo in commissione Bilancio alla Camera sulla manovra del governo Meloni, in attesa del deposito da parte del governo dei nuovi emendamenti, sono però ormai dati per certi alcuni aumenti come quelli che riguardano le tariffe autostradali e l’addizionale comunale da applicare alla tassa di imbarco che riguarderà, chiarisce la relazione tecnica alla proposta di modifica, gli scali con volumi di traffico pari ad almeno 10 milioni di passeggeri annui. (Il Nord Est)
Lo ha annunciato nella serata di lunedì 16 dicembre su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha scritto: «È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. (Il Sole 24 ORE)
Salta l'equiparazione dei compensi dei ministri e sottosegretari non parlamentari a quelli dei colleghi eletti. Lo prevede un emendamento riformulato dei relatori alla manovra, che riscrive la norma, prevedendo per i ministri e sottosegretari non parlamentari e non residenti a Roma solo il "diritto al rimborso delle spese di trasferta per l'espletamento delle proprie funzioni". (Tiscali Notizie)