La prova di Omoda 5, il crossover cinese

TEST DRIVE Interni ben curati, tanta tecnologia e un frontale che non passa inosservato. Queste le armi dell'auto di Segmento C che - in attesa del powertrain elettrico - sotto il cofano monta un motore 1.6 turbobenzina da 147 cv Ufficio Stampa Fashion, tecnologia e sostenibilità, questi i pilastri su cui si basa l'auto, la prima, con cui Omoda-Jaecoo, brand del colosso cinese Chery, si affaccia nel mercato italiano, ossia Omoda 5. (Sport Mediaset)

Ne parlano anche altre testate

Il nuovo SUV proveniente dall’estero è pronto a cambiare le leggi di mercato: con tutti questi optional e la cura per i dettagli, il prezzo non sembra vero. (Alla Guida)

Al volante e a bordo dell’Omoda 5 si respira letteralmente aria nuova, grazie al sistema a ioni negativi con filtro di purificazione “Net Plus” che garantisce, in tutte le stagioni, una sorta di microclima (il Giornale)

Ma se prima si parlava esclusivamente di una visione statica dell'auto, stavolta con la Omoda 5 abbiamo avuto un contatto diretto in anteprima, con una prova su strada. (HDmotori)

Prova Omoda 5 – SUV formato risparmio

Il design è originale e rientra nei gusti stilistici europei, come anche il livello di tecnologia di bordo. Stupisce la qualità, ma ormai non bisogna più affidarsi al cliché della bassa qualità cinese, anzi. (Il Sole 24 ORE)

L’abitacolo è ampio, non altrettanto il baule. (AlVolante)

Negli ultimi tempi sono infatti spuntati come funghi brand prima sconosciuti, molti dei quali nati all’ombra della Muraglia cinese. Una delle cose per cui in Europa ricorderemo gli anni Venti di questo secolo dal punto di vista automobilistico è il proliferare di nuovi marchi. (Red-Live)