Delusione dopo l'audizione di Tavares, cresce la mobilitazione per lo sciopero del 18 ottobre

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

L'attesa audizione dell'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, alla Sala del Mappamondo di Montecitorio, non ha dissipato i dubbi e le incertezze che circondano il futuro dello stabilimento di Termoli. L'incontro, convocato per chiarire il quadro della crisi industriale che investe Stellantis e il settore dell'automotive, si è rivelato un'occasione mancata per fornire risposte concrete. Tavares, infatti, non ha presentato alcun documento, limitandosi a risposte generiche, come sottolineato dal leader della Uilm, Rocco Palombella, e dal segretario della Fim, Ferdinando Uliano, che ha richiesto un "Pnrr per l'auto".

A partire dal 18 ottobre, i lavoratori dell'area industriale di San Nicola di Melfi e tutto il settore metalmeccanico, in particolare quelli coinvolti nell'indotto Stellantis e nell'industria automobilistica, si uniranno in una grande manifestazione per far sentire la loro voce. Le assemblee odierne hanno rappresentato un momento cruciale per discutere collettivamente le difficoltà che si stanno affrontando: dall'utilizzo massiccio degli ammortizzatori sociali fino al rischio concreto di licenziamenti, che potrebbero compromettere il futuro di intere famiglie.

Intervenuta nel dibattito pubblico dello scorso venerdì a "La Vida" di Termoli, organizzato dal Pd Molise, la consigliera regionale Alessandra Salvatore ha commentato l'esito dell'odierna audizione parlamentare del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, che a suo dire «non solo non ha fornito risposte rispetto alle gravi questioni poste dalle opposizioni dell'area progressista, ma ha accentuato la preoccupazione che Stellantis voglia disimpegnarsi rispetto alla produzione ed alla ricerca negli stabilimenti italiani, compreso quello di Termoli, con la inevitabile ulteriore emorragia di lavoro che ne deriverà».

Le parole di Tavares, definite sconfortanti, hanno alimentato ulteriormente il malcontento tra i lavoratori e i sindacati, che vedono nella mobilitazione del 18 ottobre un'opportunità per esprimere il proprio dissenso e chiedere risposte concrete.