I Fab Four della Silicon Valley al giuramento di Trump: tecnologia e politica in prima fila

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QUOTIDIANO NAZIONALE ECONOMIA

– Insieme fanno circa 1.000 miliardi di dollari. E se si contano gli assenti, possiamo davvero dire che i poteri forti della nuova America a trazione Trump, con cui dovrà fare i conti lo stesso presidente e tutto l’ordine mondiale, sono i proprietari delle big tech. A Capitol Hill, ieri, dietro al presidente c’era l’uomo più ricco del pianeta. Elon Musk, proprietario di Space X, Tesla e del social X. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

La notizia riportata su altri media

La liberazione di Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran, e quella di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano in carcere in Italia. Gli interessi degli Stati Uniti e quelli dell’Europa, con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. (Corriere della Sera)

Una vera e propria parata di super ricchi. Tra questi il fondatore di Amazon Jeff Bezos (239,4 miliardi di dollari secondo le stime di Forbes), Mark Zuckerberg di Meta (211,8 miliardi di dollari) ed Elon Musk (433,9 miliardi di dollari), l’amministratore delegato di Tesla, la persona più ricca del mondo e il confidente presidenziale che ha speso oltre un quarto di miliardo di dollari per aiutare Trump a vincere le elezioni di novembre erano tra i presenti più ricchi. (Wall Street Italia)

A rendere omaggio a Washington al neo-monarca si sono recati i leader delle formazioni più intolleranti e scioviniste del panorama europeo, da Éric Zemmour, guida dell’estrema destra francese, al copresidente di Afd, ai nostalgici del nazismo, a Nigel Farage. (Altreconomia)

Un pezzo consistente di establishment americano ha scelto di unirsi a Trump questa volta. Il secondo mandato del tycoon non è un incidente della storia come quello del 2016, ma rappresenta un mutamento profondo negli orientamenti della élite americana che ha appunto accettato un compromesso col populismo. (Start Magazine)

C’è un paradosso dietro la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti: un campione della plutocrazia, il dominus del denaro, viene eletto proprio dalle vittime di quel dominio del denaro, perché forse si rende conto che a renderlo possibile sono state soprattutto le ultime amministrazioni di segno democratico che si sono avvicendate alla Casa Bianca alternandosi alle presidenze repubblicane. (Economy Magazine)

Da alcune settimane è un susseguirsi di annunci shock da parte di personaggi molto in vista e fino ad ora interpreti di quel pensiero «giusto» che vorrebbe anche farsi «unico». Prima Jeff Bezos ha impedito che il suo Washington Post sponsorizzasse Kamala Harris. (il Giornale)