Il day after di Salvini in piazza per festeggiare il verdetto: «Giustizia, subito la riforma»

Incassata, non senza un pizzico di sorpresa, la piena assoluzione, Matteo Salvini passa subito al contrattacco. Il vicepremier cerca il bagno di folla in largo Argentina a Roma, dove gli portano uno striscione che sbandiera la sentenza di Palermo («Il fatto non sussiste»), stringe mani, fa collezione di pacche sulle spalle e si fa forte dei messaggi che gli arrivano da ogni dove, compresa una telefonata di Pier Silvio Berlusconi nel nome dell’antica battaglia garantista del padre Silvio, che Salvini promette «sarà portata a termine», basandola su due cardini: separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati. (Corriere della Sera)

Su altre fonti

I profughi, salvati dalla morte, sono liberamente giunti in acque italiane a bordo di una nave ONG. Il ministro non ha consentito lo sbarco. La situazione si è trascinata per decine di giorni. Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi ad otto anni. (La Stampa)

Nonostante la chiusura della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dalla Lapponia ("C'è un ottimo ministro dell'Interno, siamo contenti del suo lavoro"), il vicepremier continua a lasciare aperta la porta che lo ricondurrebbe al dicastero guidato dal 2018 al 2019. (la Repubblica)

Governo, Salvini: "Un mio ritorno al Viminale? Non ci sono più alibi ma ora sto bene dove sto" (La Stampa)

Su Open Arms "c'è un giudice a Berlino". A sinistra è l'occasione per pentirsi? No, per rilanciare l'odio contro "la via italiana"

Dopo la sentenza di assoluzione per il caso Open Arms, si rincorrono le voci di un possibile ritorno del leader della Lega a capo del Ministero dell'Interno (LAPRESSE)

Oggi rompe il silenzio e lo fa sulle pagine del Corriere. Una delle voci più critiche che aveva profetizzato il carcere per Matteo Salvini (qui il video diventato virale in queste ore) è certamente Roberto Saviano. (Liberoquotidiano.it)

L’ultimo disperato trucchetto delle opposizioni e dei commentatori di contorno è quello di rivoltare la morale della loro più cocente sconfitta, quella avvenuta pochi giorni fa sul processo Open Arms (ma sul tema migranti, vedrete, non sarà di certo l’ultima), nell’ennesimo attacco al governo e alla maggioranza. (Secolo d'Italia)