Morte Visin, la lettera del calciatore: "Sento gli sguardi schifati e prevenuti delle persone"
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Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità.
Originario dell’Etiopia e adottato da una coppia di Nocera Inferiore, nel 2017 Visin aveva deciso di abbandonare il suo sogno di diventare calciatore professionista, ma continuava a praticare nel calcio a 5.
Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo"
Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. (Voce Giallo Rossa)
Su altri giornali
Tempo fa - si legge sul Corriere della Sera - aveva scritto parole drammatiche in una lettera mandata ad alcuni amici. Lo scrive il capodelegazione M5S Stefano Patuanelli commentando la lettera scritta da Seid Visin (Il Giornale di Vicenza)
La drammatica lettera di Seid e il problema razzismo. Seid Visin si è suicidato all’età di vent’anni a Nocera Inferiore, l’edizione odierna del Corriere della Sera riporta una lettera in cui il ragazzo racconta il suo dramma. (SerieANews)
Come riporta Il Corriere della Sera: Così potente che puoi vederlo, Seid, mentre scrive «ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone». (CalcioNapoli24)
"Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti delle persone": sono le parole di Seid Visin, 20 anni, che ieri si è tolto la vita. "Un Paese che spinge un giovane ragazzo a fare un gesto così estremo è un Paese che ha fallito" (L'Unione Sarda.it)
Ovunque io vada, ovunque io sia, sento sulle mie spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. (Tutto Napoli)
Vuoi ritrovare in un unico portale tutto il meglio dello spettacolo, della tv, dei social e della vita dei VIP? Tempo fa il talento, nato in Etiopia e adottato in Italia, aveva raccontato il suo disagio in una lettera. (La Lazio Siamo Noi)