Sono indeciso fra una Birkin e un uovo di Pasqua
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In questi giorni scrollando qua e là Tiktok mi è venuta voglia di una Birkin di Hermes, una delle borse più ambite e costose al mondo. Non per me, sia chiaro, anche perché non potrei metterci un amico a quattro zampe come Irina Shayk nella sua nera di coccodrillo da 50mila euro. Vorrei acquistarla a “soli” 1500 euro, comprandola direttamente dalla fabbrica cinese, da uno dei link che stanno spuntando come funghi e che raccontano i costi reali (secondo i video) di una borsa di Hermes, realizzata con prezzi del 90% inferiori a quelle vendute negli store del marchio di moda oggi più quotato al mondo. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Ne parlano anche altre testate
TikTok, negli ultimi mesi, è diventato il palcoscenico per una nuova ondata di contenuti virali, ribattezzata “Trade War TikTok". Alcuni video, pubblicati da agenti di sourcing e fabbriche cinesi, mostrano i retroscena della produzione di beni di alta gamma, come borse Birkin, leggings Lululemon, sandali Birkenstock e persino capsule di detersivo. (Everyeye Lifestyle)
Una strategia di Pechino per aggirare le tariffe di Trump e ribaltare la narrazione sul "Made in China" (Il Fatto Quotidiano)
In questi contenuti, sempre più diffusi sulla piattaforma, si mettono a confronto i prezzi elevati dei beni di lusso occidentali con i loro reali costi di produzione, rivelando margini di guadagni enormi e facendo salire dubbi legittimi sull’aura del “Made in Europe” o “Made in USA”. (Il Gazzettino)
Andare direttamente alla fonte sarebbe un vero affare, visto che a comprarla in un negozio del brand francese bisogna spendere almeno dieci volte di più. Alcuni modelli, poi, raggiungono cifre spettacolari a cinque zeri. (Corriere della Sera)
Nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, i social media sono un fronte di scontro che giorno dopo giorno si infuoca sempre di più. Una sorta di terreno franco, nella rete globale del web, su cui all’apparenza non sembrano avere peso le tariffe – queste sì «reciproche» – imposte da Washington a Pechino e viceversa. (Open)
Da qualche giorno TikTok è invaso da video virali in cui fabbricanti cinesi dichiarano di voler smantellare il mercato del lusso. Negli ultimi giorni, L’hashtag #chinamanufacturer (fabbricante cinese) ha superato i 13.000 video ed è diventato uno degli argomenti di tendenza sul social cinese, insieme a “cinesi produzione abbigliamento” e frasi come “Louis Vuitton risponde alla Cina”, in riferimento ad alcune dichiarazioni pubbliche di brand di lusso che smentiscono le accuse di produrre in Asia. (Gli Stati Generali)