Fed e Bce ancora protagoniste: l’inflazione nel mirino delle banche centrali

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la Repubblica ECONOMIA

MILANO – Riaprono le Borse ed entrano nel vivo dell’anno nuovo, al termine del lungo periodo festivo e semifestivo. Ancora si guarda ai prezzi sui due fronti dell’Atlantico, e al crescente disaccoppiamento di politiche tra la Fed, che ha dimezzato nell’ultima riunione il numero di tagli ai tassi del dollaro previsti nel 2025, e la Bce che sempre da più parti è accusata di avere ridotto poco e tar… (la Repubblica)

Su altre fonti

La componente principale resta quella dei servizi (4%, dal 3,9% di novembre), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (2,7%), beni industriali non energetici (0,5%) ed energia (0,1%). L'inflazione nell'area dell'euro dovrebbe attestarsi al 2,4% a dicembre 2024, in aumento rispetto al 2,2% di novembre. (Conquiste del lavoro)

Si tratta di meeting molto importanti visto che decideranno la direzione della politica monetaria della zona euro nei prossimi mesi, dopo il taglio dei tassi di interesse deciso nelle scorse settimane. (Wall Street Italia)

La Bce non è da sola nella sua ritrovata politica di taglio dei tassi di interesse: diverse altre Banche centrali, dislocate nei cinque continenti, stanno seguendo lo stesso iter. Il filo conduttore che spinge verso tale schema è sempre il medesimo: l'incertezza sull'evoluzione dell'economia dovuta all'inflazione persistente, l'instabilità economica globale e i rischi politici. (QuiFinanza)

Bce: il calendario delle riunioni di politica monetaria del 2025

Nel messaggio di auguri per il nuovo anno la numero uno dell’Eurotower traccia il bilancio di quanto avvenuto nel 2024, e anticipa le aspettative per i prossimi 12 mesi. Per la Banca centrale europea e la sua presidente, Christine Lagarde, quello che si apre deve essere il momento del ritorno alla normalità. (EuNews)

Si guarda alla Bce, la Banca centrale europea: se, come stimano molti osservatori, i tassi d’interesse sui mutui dovessero scendere di 0,25 punti percentuali e a giugno l’Euribor ( il tasso medio d’interesse sulle transazioni finanziarie in euro tra le principali banche europee) a 3 mesi dovesse scendere sotto la soglia del 2%, ecco che ci sarebbero le condizioni per modificare, al ribasso, il costo dei prestiti. (Il Corriere di Alba, Bra, Langhe e Roero)