La lezione di Gasperini a una squadra che non c’è
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Polvere di stelle. La lezione dell’Atalanta rimpicciolisce le cinque vittorie consecutive e rimette a nudo i limiti della Juventus, svegliandola nel modo peggiore da un sogno sorretto più dalla matematica che dalla logica: i punti di distacco dalla vetta sono 9, lo scudetto ridiventa miraggio e perfino il quarto posto torna in discussione: già stasera la Lazio potrà sfilarlo in sorpasso e intanto… (La Stampa)
Su altri giornali
L’hospitality firmata da Vittorio offre pasta al ragù, erbazzone e torta mele e cannella. Giù in sala stampa arriva puntuale il tour dei baby-tifosi, come sempre guidati con una corda dalla quale non si possono staccare. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
Su Corsport le imbarazzanti pagelle bianconere. Di Gregorio 7. Dopo aver sfiorato il rigore di Retegui, tiene in vita la Juve murando Lookman (due volte) e Zappacosta; non può nulla sul resto. Yildiz 4: Non è al meglio e può essere una parziale scusante ma sbaglia troppe cose che per lui dovrebbero essere il pane quotidiano. (Tutto Juve)
Due parate nel finale, sul 4-0!Il tuo portiere, mille volte decisivo, stavolta esce dal campo bagnato (dalla pioggia), ma non sudato (per la prestazione). Giusto per poter dire: c’ero anch’io. (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)
Nè primo o secondo tempo. Sulle pagine di "Calciomercato.com", Sandro Sabatini commenta così la prestazione della Juventus contro l'Atalanta nell'ultimo turno di campionato: "È finita anche la Juventus dei sognatori, quelli che facevano le tabelle Scudetto di rincorsa su Inter e Napoli. (Tutto Juve)
Disastro Juve, ecco i motivi della disfatta ma non parlateci di una cosa. Non ammettiamo di banalizzare la sconfitta sul rigore iniziale dato all'Atalanta, sul canale Tastiera Velenosa analizziamo a caldo la peggior partita interna numericamente parlando. (Tutto Juve)
Quando è uscito, proprio Kenan Yildiz è sembrato il fantasma di se stesso. Quando è uscito, la Juve era ancora sotto di un solo gol, più che altro grazie ai miracoli di Michele Di Gregorio. (La Stampa)