A Udine, in piazza per scuola e pensioni migliori
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Una piazza «incazzata», per usare le parole del segretario generale della Cgil Fvg Michele Piga. Ad affollarla oltre un migliaio di pensionati e di lavoratori della scuola, a colorarla centinaia di bandiere. Il popolo della Cgil ha aderito in massa all’appello dello Spi e della Flc, uniti da due mobilitazioni che guardano agli stessi obiettivi. Obiettivi che sono stati al centro della manifestazione organizzata questa mattina a Udine in piazza Venerio: difendere il potere d’acquisto dei pensioni e dei salari, dire no alle elemosine sugli aumenti delle minime e i rinnovi contrattuali della scuola, rivendicare una vera riforma del fisco, capace di contrastare l’evasione e di prendere le risorse a chi le ha, invece che ai soliti noti, chiedere investimenti sulla sanità pubblica e sull’assistenza, sempre più ostaggio dei tagli e delle privatizzazioni. (Telefriuli)
Su altri giornali
«Lunedì spiegherò ai miei studenti perché ho scioperato e perché non era una giornata di festa ma di lotta» dice Rosanna, collaboratrice scolastica, mentre è in presidio sotto al ministero dell’Istruzione (e merito) di viale Trastevere, a Roma. (il manifesto)
Di Ivana Marrone Collettiva.it (FLC CGIL)
Una percentuale che sotto la Torre Pendente incide moltissimo, come sottolinea il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi. Gli atenei lamentano tagli al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che, secondo le tabelle del Ministero dell’università e della ricerca, si attestano a 173 milioni, il 2% in meno rispetto al 2023. (LA NAZIONE)
La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)
Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, la rilevazione fatta alle 18 di giovedì - e riguardante quasi il 57% delle scuole italiane - indicava infatti una percentuale di adesione media del 5,20%, con punte superiori al 6,5% tra il personale Ata, leggermente inferiori al 5% tra il personale docente, sotto l'un per cento tra i dirigenti e del 2% tra il personale educativo. (Il Sole 24 ORE)
Sciopero e sit-in della Flc Cgil per protestare contro la precarietà lavorativa, i salari troppo bassi e i rischi legati alla regionalizzazione dell’istruzione (Corriere Delle Alpi)