Documenti perduti e segreti rivelati ad altri con l’App 2.0: così è affondato il processo penale telematico a Torino

Nomine mai arrivate. Arrestati rimasti senza un difensore, perlomeno sulla carta. Sentenze scritte dal giudice relatore, arrivate al cancelliere, eppure mai viste dal presidente che dovrebbe firmarle. Fascicoli del pm a disposizione dei giudici del dibattimento, che mai dovrebbero vederli. Atti scomparsi nell’etere, o chissà dove. Visibili ad alcuni e non ad altri. Insomma. Sono bastati pochi gio… (La Stampa)

La notizia riportata su altri giornali

Nonostante gli allarmi lanciati dal Csm, dall’Associazione nazionale magistrati e anche dai penalisti, il governo è andato avanti a tappe forzate e la riforma, approvata con un decreto del 27 dicembre, è entrata in vigore dal primo gennaio. (la Repubblica)

Si è scatenata una curiosa tempesta mediatico-giudiziaria attorno a un tema un po’ laterale ma certamente non trascurabile: nel pieno del primo, decisivo passaggio sulla separazione delle carriere, una parte della magistratura ha innescato un allarme sui presunti ( e almeno in parte inesistenti) balbettii di “App”, la piattaforma per il deposito digitale degli atti nei procedimenti penali, che da Capodanno è strumento obbligatorio per un nuovo ulteriore slot di documenti. (Il Dubbio)

Ieri i tribunali di Roma, Milano e Torino hanno sospeso l'uso della app, obbligando dunque a fare ritorno ai sistemi tradizionali di deposito dei documenti. (Corriere della Sera)

Interventi per ripristinare la piena operatività della rete idrica della Nurra

L'ufficio giudiziario più grande di Italia, dopo la decisione presa anche dal Tribunale che ha "evidenziato numerosi malfunzionamenti" dell'applicazione, ha disposto che i magistrati "redigano e depositano" gli atti "in forma di documenti analogici" e invita a "depositare - si legge nel provvedimento firmato dal procuratore capo Francesco Lo Voi - con modalità non telematiche atti, documenti, richieste e memorie" da oggi e fino al 31 gennaio. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Partenza al rallentatore per il processo penale telematico . E che la situazione sia comunque critica è testimoniato anche dall’incontro svoltosi ieri a Palazzo Chigi dove a margine del confronto sulla separazione delle carriere si è affrontato anche il nodo del penale telematico. (Il Sole 24 ORE)

Si tratta di una rete con diverse ramificazioni, lunga complessivamente circa 100 chilometri al servizio di una ventina di abitazioni, realizzata in passato in materiali che si sono rivelati ormai del tutto inadeguati a garantire un servizio efficiente. (SARdies.it)