Cibo dal Sud America? Lollobrigida dice no all'accordo con Mercosur. Europa spaccata
Dopo 25 anni di trattative, il G20 di Rio de Janeiro (18-19 novembre) sarebbe stato lo scenario ideale per annunciare il via libera all’accordo di libero scambio tra Unione europea e Mercosur (che comprende Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), ma i clacson dei trattori tornano a farsi sentire a Bruxelles. Proprio il negoziato, infatti, rischia di diventare il nuovo terreno di scontro in Europa, dove le proteste dello scorso febbraio hanno lasciato il segno. (Gambero Rosso)
Su altri media
L’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e i paesi del Mercato comune del Sud è in discussione da 25 anni e le forze coinvolte dovrebbero arrivare a un nuovo documento condiviso entro la fine dell’anno. (Corriere della Sera)
E mentre al G20 di Rio la leader Ue insiste con i partner latino americani, a Bruxelles i ministri dell’Agricoltura dei 27 fanno il punto. Bruxelles – Una trattativa lunga ormai un quarto di secolo, a cui la Commissione europea vuole mettere il punto definitivo. (EuNews)
La protesta dei trattori è tornata con la manifestazione degli agricoltori francesi e tedeschi sul Pont de l'Europe a Strasburgo, che collega Francia e Germania. Strasburgo (Francia), 18 nov. (il Dolomiti)
– Bisogna prendere sul serio le preoccupazioni espresse dagli agricoltori europei sull’accordo Ue-Mercosur. Oggi il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, ha detto che l’accordo, per come è formulato oggi, “non è sostenibile” e nei giorni scorsi i sindacati delle cooperative e degli agricoltori europei si erano espressi chiaramente contro l’accordo, minacciando anche nuove proteste in piazza nel caso in cui venga firmato senza modifiche. (Agenzia askanews)
La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, vorrebbe approfittare del G20 in corso a Rio per chiudere l’intesa. (Corriere della Sera)
Appuntamento alle rotonde, come ai tempi dei gilet jaunes, o nei campi a maggese ai lati delle autostrade, o alle prefetture per impilare, simbolicamente, i cartelli stradali con il nome della propria località agricola stampato sopra, o scaricare un po’ di letame. (Il Fatto Quotidiano)