Diciottenne ucciso ai Tribunali, folla ai funerali: «Basta violenza»
Una folla di parenti, amici e comuni cittadini si è radunata nella Chiesa di Santa Caterina a Formiello per l’ultimo saluto ad Arcangelo Correra. Con un lunghissimo applauso e lancio di palloncini bianchi verso il cielo, in tanti hanno salutato il diciottenne all’ uscita, al termine della liturgia della parola. A celebrare le esequie è stato l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia (concelebrante il parroco Carmine Amore) che ha voluto i ragazzi, gli amici di Arcangelo davanti all’ altare, proprio vicino alla bara «per poterli guardare dritto negli occhi». (ROMA on line)
La notizia riportata su altre testate
Il 19enne è accusato di porto d’arma clandestina e ricettazione, nell’ambito dell’indagine sulla morte del cugino 18enne Arcangelo Correra, avvenuta all’alba dello scorso 9 novembre in piazza Sedil Capuano (nella foto). (anteprima24.it)
Come da cliché, la colpa sarà addossata alla Camorra, quell’Anti-Stato che entra nelle case del Mezzogiorno per sopperire alla mancanza di servizi. (Demografica | Adnkronos)
Nel racconto agli inquirenti il giovane arrestato riferisce «di essersi reso conto che si trattava di un'arma vera e propria solo al momento dello sparo e, in particolare, allorquando aveva visto il sangue di Arcangelo a terra». (ilgazzettino.it)
«Sparami, fammi vedere», dice Arcangelo e mostra il petto in segno di sfida. Dall’arma impugnata da Renato parte un colpo. (La Repubblica)
A uccidere Arcangelo Correra alle 5 del mattino di sabato in via dei Tribunali, angolo piazzetta Sedil Capuano, è stato un colpo esploso accidentalmente da una pistola clandestina con la matricola abrasa. (Corriere della Sera)
Ma dall'arma, vera, è partito il colpo che ha ucciso il 18enne Arcangelo Correra. Ha sfidato l'amico a sparare, mostrandogli il petto, perché credeva che la pistola fosse finta. (il Giornale)