Operazione ''Mari e Monti'', maxi operazione contro la mafia del Gargano

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Ponte sullo Stretto

È la prima volta che una indagine antimafia della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari vede il concomitante coinvolgimento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dei Servizi Centrali e Interprovinciali di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza e dei loro ulteriori organismi periferici. Il procedimento penale, da cui scaturisce l'operazione ''Mari e Monti'', rappresenta la più complessa, strutturata e, allo stesso tempo, innovativa indagine effettuata nel distretto barese sulla criminalità organizzata di tipo mafioso operante nella provincia di Foggia". (RaiNews)

Ne parlano anche altre testate

Un lunghissimo verbale di Marco Raduano, il pericoloso latitante che riuscì a scappare dal carcere di Badu e Carrus venendo acciuffato in Corsica, è tra gli elementi su cui si basa l’inchiesta della Dda di Bari (La Gazzetta del Mezzogiorno)

“ Ringrazio la Procura Nazionale Antimafia, la DDA di Bari e la Polizia, i Carabinieri e la Guardia di Finanza che con un'operazione congiunta hanno liberato i cittadini le terre del Gargano dalla presenza del temuto clan Li Bergolis, effettuando trentanove arresti. (PRESS REGIONE)

In provincia di Foggia colpita con decine di arresti una banda criminale, il Gip del Tribunale di Bari ha infatti disposto 39 misure cautelari personali e sono stati sequestrati beni per 10 milioni di euro. (LAPRESSE)

Blitz antimafia nel Foggiano, il Procuratore Rossi: «Questa è la risposta dello Stato». Melillo: «Il regime di alta sicurezza non è idoneo per i capi mafia»

Sono 39 le persone (37 in carcere, due ai domiciliari) ritenute appartenenti al clan Li Bergolis di Monte Sant'Angelo (Foggia), arrestate nella mattinata del 15 ottobre perché accusate - a vario titolo -di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, altri reati in materia di droga e armi e diversi episodi di estorsione, rapina, furto e favoreggiamento. (Foggia)

Erano insomma diventati “la più allarmante criminalità organizzata del territorio pugliese”. E a poco è servito negli anni arrestarli e tenerli in carcere in regime di alta sicurezza, visto che da lì continuavano a comandare e a dettare gli ordini all’esterno affinché i business continuassero a generare soldi su soldi partendo dal narcotraffico con i clan albanesi fino ad attività ‘pulite’ nelle quali riciclavano i guadagni. (Il Fatto Quotidiano)

Nell’ambito degli arresti che oggi hanno colpito il clan mafioso garganico dei Li Bergolis «è stato necessario richiedere la sottoposizione al regime detentivo speciale (il 41 bis, ndr) nei confronti di alcuni capi dell’organizzazione, già detenuti in regime di alta sicurezza. (La Gazzetta del Mezzogiorno)