Beirut, ecco cosa è la guerra per che vive nella capitale libanese, ma che ha la fortuna di non abitare nella zona Sud della città: la testimonianza

BEIRUT – Cosa è la guerra per che vive nella capitale libanese, ma come me ha la fortuna di non abitare a Beirut Sud? È prima di tutto preoccupazione e paura, è il tentativo d’abituarsi al rumore costante dei droni israeliani tenendo contemporaneamente l’orecchio sempre teso per ascoltare il suono dei caccia in attesa del boato dell’esplosione che certamente arriverà. Poi, è lo sguardo al cielo per capire dalle colonne di fumo dove le bombe hanno colpito e quanto lontano siamo. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altre testate

È la fine del mostro. Nessuna nuova testa. (il Giornale)

Secondo il quotidiano libanese L’Orient Le jour, il raid, il secondo della giornata nella zona, è avvenuto poco dopo la fine di un discorso di Naïm Kassem , numero due di Hezbollah. Lo riporta Haaretz. (Gazzetta del Sud)

Un’altalena tra i pini bloccata dal nastro bianco e rosso è la prima cosa che appare in questo slargo tra le colline di Kayfoun, nel Monte Libano, a 15 minuti da Beirut. Poco più in là, due macchinine a pedali, all’ingresso della palazzina bombardata, l’una sull’altra, impolverate, sudice. (il manifesto)

Israele dà la caccia alle teste di Hezbollah: ucciso Suhail Hussein Husseini, responsabile della logistica

“Husseini svolgeva un ruolo cruciale nei trasferimenti di armi tra l'Iran e Hezbollah ed era responsabile della distribuzione di armi avanzate tra le unità di Hezbollah, supervisionando sia il trasporto che l'assegnazione di queste armi”, fanno sapere le Idf. (Adnkronos)

L'Idf ha detto di aver rilevato 190 lanci contro Israele nel giorno dell'anniversario del 7 ottobre. L'attacco dell'esercito israeliano nel sud del Libano prosegue ma non ferma la risposta di Hezbollah che lunedì sera ha lanciato una raffica di razzi su Tel Aviv facendo suonare le sirene di allarme in tutto il centro di Israele. (Fanpage.it)

Israele punta i capi di Hezbollah e cerca di rendere più difficile l’arrivo di nuove armi. Membro del Consiglio della Jihad, il dirigente ha coordinato numerose attività per aumentare le capacità dell’arsenale dei guerriglieri. (Corriere della Sera)