La “boiata pazzesca” del report Ue che boccia l’Italia su libertà di stampa e pluralismo
Sorpresa, l'Italia non è stata affatto "bocciata" dall'Ue per la libertà di stampa, né dalle parti della Commissione sono arrivati "allarmi" per la "Rai occupata da FdI", per i "bavagli", per il rischio pluralismo: il report che nei giorni scorsi ha fornito lo spunto a testate come il Fatto (Secolo d'Italia)
La notizia riportata su altre testate
In Italia "i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell'esercizio della loro professione" e il governo è chiamato a "proseguire l'iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti". (Il Messaggero Veneto)
"Rimangono sfide per quanto riguarda lo spazio civico, anche alla luce degli attacchi verbali segnalati contro le organizzazioni impegnate in attività umanitarie e delle violenze segnalate contro i manifestanti. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Il rapporto annuale della Commissione Europea sullo Stato di diritto è impietoso nei confronti dell’Italia. (QuiFinanza)
L'Italia nel complesso ha ricevuto 6 raccomandazioni dalla Commissione europea sul rispetto dello stato di diritto e la libertà di stampa. Nel report presentato oggi, Bruxelles raccomanda a Roma di impegnarsi nella digitalizzazione per tribunali penali e procure; adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi e istituire un registro operativo per le lobby; regolamentare le informazioni sui finanziamenti a partiti e campagne elettorali; tutelare i giornalisti e garantire l'indipedenza dei media; creare un'istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu. (Trentino)
Segnalazioni anche sulla riforma del premierato, sul tema della lotta alla corruzione e sui tempi della giustizia. Come previsto, nel ‘Country report’ sullo stato di diritto arrivano una serie di raccomandazioni all’Italia, compresa quella di garantire fondi adeguati al servizio pubblico. (Primaonline)
L’indipendenza del giornalismo italiano, in particolare quello pubblico, preoccupa le istituzioni comunitarie. (Il Sole 24 ORE)