Il Canada ricorre al Wto contro i dazi Usa, mentre le vendite di prodotti americani crollano

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ESTERI

Il Canada ha deciso di fare ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) per contestare i dazi imposti dagli Stati Uniti sull’acciaio e l’alluminio, una mossa che segna un ulteriore deterioramento delle relazioni commerciali tra i due Paesi. La decisione, annunciata nei giorni scorsi, arriva in un contesto già teso, in cui le politiche protezionistiche dell’amministrazione Trump continuano a generare ripercussioni significative, non solo sul piano diplomatico ma anche su quello economico.

D’altra parte, l’effetto di queste tensioni si sta facendo sentire anche sul mercato interno canadese, dove le vendite di prodotti made in Usa stanno registrando un crollo senza precedenti. Secondo quanto riportato da diverse fonti, i consumatori canadesi sembrano aver voltato le spalle ai beni statunitensi, preferendo invece quelli di origine locale. Un cambiamento di rotta che ha spinto molti fornitori a rivedere le proprie catene di approvvigionamento, adattandosi a una domanda sempre più orientata verso il “made in Canada”.

Tra i casi più emblematici c’è quello di Lindt & Sprüngli, il colosso del cioccolato che ha annunciato di voler rifornire il mercato canadese interamente dall’Europa, abbandonando la precedente strategia che prevedeva il 50% delle importazioni dagli Stati Uniti. Una scelta dettata non solo dalle pressioni dei consumatori, ma anche dalle incertezze legate ai dazi e alle possibili ritorsioni commerciali.

Parallelamente, il governo canadese sembra intenzionato a difendere i propri interessi economici attraverso tutti gli strumenti disponibili, incluso il ricorso al Wto. Una scelta che, se da un lato evidenzia la volontà di contrastare le politiche protezionistiche di Washington, dall’altro rischia di alimentare ulteriormente la spirale di tensioni tra i due vicini.

Intanto, il clima di incertezza continua a pesare sulle imprese di entrambi i Paesi, costrette a rivedere strategie e investimenti in un contesto sempre più volatile. Mentre il Canada cerca di proteggere la propria industria e i propri lavoratori, gli Stati Uniti sembrano determinati a perseguire una linea dura, nonostante le critiche e le conseguenze economiche che ne derivano.

In questo scenario, le ripercussioni si estendono ben oltre i confini nazionali, coinvolgendo anche altri attori globali. L’Europa, ad esempio, potrebbe trovarsi a giocare un ruolo chiave, come dimostra il caso di Lindt & Sprüngli, che ha scelto di aumentare le importazioni dal Vecchio Continente per aggirare le tensioni transatlantiche.