Cgil, la nuova piazza attira chi coltiva la violenza
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C’è una mutazione politica e antropologica nella piazza della Cgil, ieri lo si è visto molto bene, e questa è una brutta notizia per la confederazione di Maurizio Landini e per l’Italia. A partire dagli anni Settanta, gli operai e gli altri lavoratori iscritti al sindacato rosso sono stati cosa ben distinta e talvolta opposta rispetto ai movimenti antagonisti, ai centri sociali e a chi professa odio per le forze dell’ordine e gli altri simboli dello Stato. (Liberoquotidiano.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
Dopo aver invocato la "rivolta sociale" nel Paese, il leader della Cgil è tornato ad alzare i toni durante l'odierno sciopero generale contro il governo. "Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese e per farlo c'è bisogno della partecipazione di tutte le persone", ha affermato, evocando scenari da sommossa. (il Giornale)
Landini e Bombardieri, ma la bombarda è lui, Maurizio Landini, il Che Guevara del sindacalismo, ha chiamato gli italiani alla “rivolta sociale” contro una maggioranza che è minoranza nel paese. Oggi, venerdì 29 novembre, San Saturnino, sciopero generale di 4 ore indetto da Cgil e Uil. (Radio RTM Modica)
Tutta colpa dei cartelli bruciati con il volti della premier Giorgia Meloni, dei ministri dei Trasporti e della Difesa, Matteo Salvini e Guido Crosetto, e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani; dei tafferugli tra polizia e antagonisti a Torino; degli slogan che inneggiano alla rivolta sociale. (L'HuffPost)
La notizia va sottolineata anche se certamente il mezzo milione di manifestanti dichiarati dai sindacati ieri non sono i famosi tre milioni di Sergio Cofferati, ormai tanti anni fa. (L'Eco di Bergamo)
Professor Giovanni Orsina, come valuta l'escalation retorica di Maurizio Landini? «È venuto il momento di una vera rivolta sociale», «bisogna rivoltare il Paese come un guanto», dal governo «un tentativo serio di svolta autoritaria». (il Giornale)
I corretti che si azzannano. Totti e le accuse assurde di evasione. (Nicola Porro)