Turetta, l'ex avvocato Compagno: «Non credeva che il nuovo ragazzo di Giulia esistesse, per lui voleva solo ingelosirlo»

«La versione fornita al pm durante l’interrogatorio coincide con quanto mi aveva detto nella sua prima telefonata, immediatamente dopo l’arresto. I due coltelli? Mi aveva spiegato che li aveva portati perché voleva utilizzarli per uccidersi». L’avvocato Emanuele Compagno è stato il primo difensore di Filippo Turetta. È stato lui a rappresentarlo nelle prime fasi dell’arresto, al termine di quella lunga fuga dalla Riviera del Brenta alla Germania (ilmessaggero.it)

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Con Filippo Turetta era andata al centro commerciale di Marghera La Nave de Vero, un’occasione forse anche per cercare un abito adatto all’imminente discussione di laurea. Come è emerso poi dai racconti dell’ex fidanzato reo confesso e dagli audio di lei nei mesi precedenti, dopo la fine della relazione Turetta ha fatto di tutto per rimanere nella vita della 22ene, provando a manipolarla, minacciando di uccidersi, facendo leva sul senso di colpa. (Open)

Lo riporta nei dettagli il nostro giornale partner Quotidiano Nazionale: "Filippo Turetta nel suo racconto di nove ore al pm ha usato parole molto cruente. Un piano terribile e premeditato, la ragazza che cerca di spcappare più volte e viene colpita con incredibile ferocia-. (Casteddu Online)

Le ha pubblicate "Pomeriggio Cinque News" e negli scatti si vedono i due al centro commerciale di Marghera "La nave de vero", dove erano andati nel tardo pomeriggio per fare acquisti in vista della laurea di Giulia. (ilmessaggero.it)

Filippo Turetta, l'ex avvocato Compagno: «Mi aveva raccontato che si era trovati per chiarire. Non credeva al nuovo ragazzo di Giulia»

Sono queste le immagini che immortalano Giulia Cecchettin nelle sue ultime ore di vita, estrapolate dal cellulare dell’ex fidanzato, che mostra i due al centro commerciale di Marghera, "La Nave De Vero", dove si sono recati nel tardo pomeriggio dell’11 novembre, poco prima che Turetta uccidesse la ragazza. (Il Mattino di Padova)

I due coltelli? Mi aveva spiegato che li aveva portati perché voleva utilizzarli per uccidersi». È stato lui a rappresentarlo nelle prime fasi dell’arresto, al termine di quella lunga fuga dalla Riviera del Brenta alla Germania (ilmessaggero.it)

«La versione fornita al pm durante l’interrogatorio coincide con quanto mi aveva detto nella sua prima telefonata, immediatamente dopo l’arresto. L’avvocato Emanuele Compagno è stato il primo difensore di Filippo Turetta. (ilgazzettino.it)