Operazione Sahel, lo scompiglio nel clan dopo il (finto) pentimento di Nicolino Grande Aracri

Minuti per la lettura Le reazioni e lo scompiglio creato all’interno del clan dalla notizia del pentimento, poi rivelatosi finto, del boss di Cutro Nicolino Aracri CUTRO – Stupore, disappunto, turbamento. Sono le reazioni che suscitò nella cosca di Cutro il pentimento (poi rivelatosi una farsa) del boss Nicolino Aracri. Uno dei suoi fedelissimi, Vito Martino, storico componente del gruppo di fuoco della cosca, lo chiamava «papà». (Quotidiano del Sud)

La notizia riportata su altri media

Emerge dalla ricostruzione della Dda di Catanzaro che Vito Martino, intercettato il 7 maggio 2021, con la moglie Veneranda Verni e uno dei suoi figli, Francesco Martino, manifestò disappunto: "Ci siamo fidati", disse appellando il boss "papa". (il Resto del Carlino)

«Congratulazioni alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Vincenzo Capomolla, e ai carabinieri del Comando provinciale di Crotone che, con l’operazione Sahel, hanno stroncato il tentativo di un clan emergente di Cutro di affermare la propria egemonia sul territorio. (CatanzaroInforma)

Un’indagine che ha svelato tra l’altro l’attività estorsiva della consorteria e un traffico di droga sulla direttrice Cutro-Catanzaro-Cosenza, e ha fatto emergere ancora una volta il ruolo criminale delle donne di ‘ndrangheta. (wesud)

È soprattutto con le pretese di denaro che la famiglia Martino aveva ripreso a dettare legge a Cutro all'indomani del declino della cosca Aracri falcidiata da arresti e condanne. Sotto scacco erano finiti gli imprenditori, dei settori edili, agricolo e commerciale, che dal 2021 al 2022 subirono le imposizioni dei figli e della moglie del detenuto Vito Martino , ex braccio destro dell'ergastolano boss N icolino Aracri. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

La periferia sud di Catanzaro e la criminalità rom che ha trasformato interi quartieri della città in “fortini” inespugnabili si confermano al centro dei traffici di stupefacenti. Lo stesso procuratore facente funzioni di Catanzaro Vincenzo Capomolla durante la conferenza stampa ha voluto sottolineare quanto emerso nel corso delle indagini dei carabinieri. (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

Tra gli arrestati, 15 sono stati condotti in carcere, 7 posti agli arresti domiciliari e 9 sottoposti all’obbligo di dimora. (wesud)