Da Betlemme il racconto di Natale di Nizar Lama
“Vorrei stanotte dare voce a un sentimento profondo che credo proviamo tutti e che trova eco nel Vangelo appena proclamato: ‘perché non c’era posto per loro’ (Lc 2,7). Come per Maria e Giuseppe, anche per noi, oggi qui, sembra che non ci sia posto per il Natale. Siamo tutti presi, da troppi giorni, dalla dolorosa, triste sensazione che non ci sia posto, quest’anno, per quella gioia e quella pace che in questa notte santa, proprio a pochi metri da qui, gli angeli annunciarono ai pastori di Betlemme”. (korazym.org)
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La Basilica della Natività è vuota e i pochi fedeli non fanno la fila per inginocchiarsi sulla stella della grotta, luogo della nascita di Gesù. Il ricordo va al 21 dicembre di quell’anno, fu il giorno in cui l’esercito israeliano lasciò Betlemme e tre giorni più tardi la città passò sotto la completa gestione e il controllo militare dell’Autorità nazionale palestinese. (Avvenire)
Seppur priva di luci e del suo tradizionale clima di festa, a causa di una guerra che subisce, Betlemme, con la sua resilienza, resiste e offre al mondo una lezione di vita: continuare ad essere la città della pace La Luce della Pace di Betlemme (Servizio Informazione Religiosa)
Il patriarca dei Latini di Gerusalemme, Pierluigi Pizzaballa, dopo aver fatto tappa nella Striscia di Gaza di fronte ai mille cristiani ivi residenti, si è recato nell’altra parte della Palestina, in Cisgiordania, entrando a Betlemme per dare il via, con la tradizionale processione della vigilia, ai riti del Natale che avranno il loro culmine nella messa di Mezzanotte nella Chiesa di Santa Caterina. (Inside Over)
Un Natale speciale per Vincenzo e Luca, pazienti della clinica Villa San Giuseppe di Cotronei. In occasione della visita, oltre al consueto scambio di auguri natalizi, sono stati portati alcuni doni da parte dei militari che hanno reso Vincenzo e Luca felici ed orgogliosi. (Corriere di Lamezia)
Lo scrive Padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, nel messaggio in occasione del Natale. Sembra quasi una profezia del fatto che quel bambino divenuto grande si farà nostro cibo, ma anche del fatto che quel bambino divenuto grande sarà nuovamente e frettolosamente avvolto in fasce e poi in un lenzuolo e posto in ben altra grotta, quella del sepolcro”. (Valledaostaglocal.it)
Ho vissuto a Gaza per 14 anni e ho fatto più volte l’esperienza della violenza della guerra. Ma nessuna è paragonabile a quest’ultima. (Tempi.it)