Taglio canone Rai e maggioranza spaccata, l’ira di Meloni: “Stop con le ragazzate”. L’ombra di Mediaset
– In pubblico la premier ci prova a fingersi indifferente, ma bisogna dire che non merita l’Oscar per la migliore interpretazione. “Schermaglie, solo schermaglie”, dichiara. Ma la rabbia che le impedisce anche solo di guardare Antonio Tajani mentre gli stringe la mano all’ingresso del convegno Med Dialogues, raccontano tutt’altra storia. Quella vera. Giorgia è fuori di sé e in privato non lo nasconde: “Basta con queste ripicche da ragazzini, se qualcosa non quadra, ci mettiamo attorno a un tavolo e la risolviamo in modo riservato. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Se ne è parlato anche su altri media
rassicurazioni Nella mattinata di mercoledì 27 novembre la Commissione Bilancio del Senato (Pagella Politica)
«Sull’abolizione del canone Rai o siamo di fronte a una folgorazione, e quindi attendiamo che si scusi pubblicamente. Trattandosi dello stesso tema che ieri ha mandato in cortocircuito la sua maggioranza e soprattutto essendoci di mezzo un «Matteo», la frase di Giorgia Meloni, con tanto di rimando al mago che bazzicava le televendite di Wanna Marchi, sembra pronunciata ieri e indirizzata a Salvini. (Corriere Roma)
Senza un accordo sul canone Rai, il decreto Fiscale non può essere discusso. Il presidente della Commissione Bilancio di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini arriva al piano ammezzato del Senato e dice ai colleghi: “Niente, non possiamo andare avanti”. (Il Fatto Quotidiano)
"L'amico Berlusconi considerava il canone Rai una tassa da ridurre. La cosa curiosa è che oggi si è votato su qualcosa che la maggioranza aveva già approvato lo scorso anno. (la Repubblica)
Esito previsto: il braccio di ferro sulla conferma del taglio del canone Rai di 20 euro - battaglia della Lega che aveva visto l’opposizione degli azzurri - andava avanti da giorni e tutti i tentativi di mediazione erano falliti, nonostante il lavorio sottotraccia del ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. (ilmessaggero.it)
Lei segue il ministro. Arrivano di fronte a una saletta. (la Repubblica)