Valentina Petrillo all’attacco: “Hanno provato a distruggermi, ma io ho vinto la mia sfida. Non ho avuto vantaggi biologici, l’avete visto”
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Eliminata in semifinale nei 200 metri nonostante il suo personale stagionale (25”92), Valentina Petrillo si è poi sfogata nel dopogara e ha attaccato chi ha posto dubbi sulla sua presenza alle Paralimpiadi per via del suo essere atleta transgender. La 51enne atleta napoletana, ipovedente dall'età di 14 anni a causa della sindrome di Stargardt, nel 2018 ha iniziato un percorso di transizione sociale e poi ormonale di riassegnazione di genere che nel 2023 l'ha portata a essere ammessa alle competizioni femminili dalla federazione internazionale World Para Athletics. (la Repubblica)
Ne parlano anche altre testate
Si chiude con un nono posto di Valentina Petrillo la penultima giornata dell’atletica italiana ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. (FISPES)
"Le critiche mi hanno lasciato amarezza, nascere uomini non vuol dire essere persone superiori o persone che vincono. Tutti noi abbiamo vantaggi biologici, chi in un modo chi in un altro. Avete visto a una Paralimpiade chi non ha vantaggi biologici, e sono io". (Sport Mediaset)
Non avrà raggiunto la finale, ma Valentina Petrillo, prima atleta transgender alle Paralimpiadi, la sua vittoria se l’è conquistata partecipando a questi Giochi. due belle soddisfazioni, per la 50enne partenopea, tesserata a Bologna dopo essere dovuta ‘scappare’ dalla sua città per non subire più discriminazioni, più violenze per la sua identità. (Luce)
Sul dibattito in merito alla sua partecipazione a Parigi, la scrittrice inglese l'aveva definita imbrogliona perché transgender che gareggia con le donne. L'atleta azzurra: "Lo sport è inclusione" ascolta articolo (Sky Tg24 )
Si interrompe in semifinale allo Stade de France il percorso di Valentina Petrillo nei 200 metri T12 (disabilità visiva) alle Paralimpiadi di Parigi 2024. (OA Sport)
Valentina Petrillo, sprinter ipovedente, ha chiuso la sua avventura paralimpica non riuscendo a qualificarsi per la finale dei 200 metri, come era successo nei 400. Alla Paralimpiade ha scritto una piccola, grande pagina del libro dello sport: è stata la prima atleta transgender a competere ai Giochi Paralimpici, seguendo quello che fece la neozelandese Lauren Hubbard all’Olimpiade di Tokyo. (Corriere della Sera)