Resta il muro contro muro con i sindacati, e non è l’unica grana per il governo

Sciopero confermato. Tra governo e Cgil-Uil non viene meno il muro contro muro. C’era poco da illudersi, del resto, e si sapeva già che solo la Cisl, dando giudizi più sfumati sulla legge di Bilancio, non avrebbe aderito allo sciopero generale del 29 novembre indetto da Landini e Bombardieri. Per questi ultimi la manovra è ingiusta e aggrava profondamente le disuguaglianze tra i cittadini. Così ha giustificato Landini il suo appello «alla rivolta sociale», e lo ha fatto portando in regalo a Giorgia Meloni il celebre romanzo di Albert Camus «L’uomo in rivolta». (L'Eco di Bergamo)

Ne parlano anche altri giornali

Sindacati spaccati e lo sciopero del 29 novembre di Cgil e Uil contro la Manovra 2025 viene confermato. Maurizio Landini, leader della Cgil, lasciando Palazzo Chigi, dopo una riunione fiume di più di 6 ore con il governo, ha confermato che si tratta «di una pessima legge di Bilancio, che non dà un futuro al nostro Paese». (Italia Oggi)

Si comunica che le organizzazioni sindacali FILCAMS CGIL e UILTUCS con lettera dell’8 novembre u.s., hanno comunicato l’adesione allo sciopero generale proclamato in data 30 ottobre u.s. dalle Segreteria Nazionale CGIL e UIL per il giorno del 29 novembre 2024 per “cambiare il DDL Bilancio che riduce il Welfare universalistico, gli investimenti e i servizi pubblici. (Confcommercio Roma)

I sindacati confermano lo sciopero generale per il prossimo 29 novembre contro la manovra dopo sei ore di confronto con il governo a Palazzo Chigi. Si sfila la Cisl con il segretario generale Luigi Sbarra che ammette: «Molte delle nostre rivendicazioni sono state accolte». (il Giornale)

Verso lo sciopero generale. Ma la Cisl non ci sta

Ddl bilancio, poche mosse per alleviare emergenza settore – Sono solo sei le proposte che le Associazioni nazionali cooperative e armatoriali della pesca inviano al MASAF e al Parlamento, chiedendo attenzione, nell’iter di approvazione del Ddl bilancio 2025, per un settore colpito da diverse emergenze ambientali (granchio blu e altre specie aliene, mucillagini, morie a seguito alluvioni e riscaldamento acque) e da normative europee che ne hanno ridotto operatività e redditività:1) Eliminazione del “ticket licenziamento” NASpI nei casi in cui lo sbarco non dipenda dalla volontà dell’armatore ma dal codice della navigazione2) Mantenimento dell’iscrizione nei regimi previdenziali di appartenenza per i pescatori che nelle zone colpite dal granchio blu non riescono a pescare molluschi in maniera esclusiva o prevalente3) Abbassamento dell’IVA per le ostriche (di cui l’allevamento è in crescita quale diversificazione delle produzioni di vongole e cozze colpite dal granchio blu) dal 22 al 10%4) Sospensione dei termini tributari e contributivi per i soggetti operanti nelle zone colpite dall’emergenza granchio blu5) Proroga DURC e DURF al 31/12/20256) Rifinanziamento dell’annualità del Programma Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura“In considerazione del quadro di difficile congiuntura e con senso di responsabilità abbiamo ritenuto di avanzare, con le Associazioni armatoriali, poche proposte essenziali per fare fronte alle emergenze e mantenere le attività indispensabili dell’unico strumento di programmazione del settore” affermano AGCI Agrital, Confcooperative Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare anche se la pesca italiana richiederebbe ben altri interventi di sostegno. (PesceInRete)

“Certo si può sempre fare di più ma uno sciopero generale contro la manovra oggi non è giustificato. Certo, si può sempre fare di più e la manovra è migliorabile, ma la strada giusta è il confronto, l’esercizio di responsabilità che deriva dalla delega che ci danno i nostri associati. (CISL)

C’era una volta la Trimurti, il patto di ferro CGIL-CISL-UIL che negli anni Settanta dello scorso secolo fece e disfece governi, entrando in crisi nel 1984 quando CISL e UIL non si opposero al blocco della scala mobile da parte del governo Craxi mentre la CGIL appoggiò (senza però proclamare lo sciopero generale) le iniziative di protesta spontanea, o promosse dai consigli di fabbrica, in corso in numerose industrie soprattutto del Nord, ricevendo la solidarietà del PCI allora guidato da Enrico Berlinguer – da tempo in forte polemica e concorrenza con il PSI craxiano – destinato però a morire nel giugno 1984, poco dopo l’enorme ma infruttuosa manifestazione della CGIL svoltasi a Roma nel marzo 1984. (Tuttoscuola)