Come il Wall Street Journal ha «tenuto in vita» Evan Gershkovich
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il Journal, dicevamo, ha saputo tenere alta l'attenzione. Ha saputo, come si dice in gergo, non fare uscire Gershkovich dal discorso. Come? Lanciando campagne via social, ma anche organizzando letture di alcuni fra i migliori reportage del reporter. I colleghi sparsi in tutto il mondo hanno partecipato a gare podistiche nel primo anniversario del suo arresto, avvenuto il 29 marzo del 2023, mentre i dipendenti della sede principale, a New York, si sono tuffati nelle fredde acque di Brighton Beach, a Brooklyn, per sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica. (Corriere del Ticino)
La notizia riportata su altri media
Detenuti scomparsi da giorni, aerei militari e governativi in volo, silenzi e mezze conferme: il più grosso scambio di prigionieri tra la Russia e i paesi occidentali (Stati Uniti in testa, ma non solo) si è realizzato dopo ore di voci e notizie impossibili da verificare. (Valigia Blu)
Il fatto che Vladimir Putin abbia dato l’ordine di scarcerare e rimandare in patria il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich assieme all’ex marine Paul Whelan, entrambi condannati a pene severissime per spionaggio a favore degli Stati Uniti, è un’ottima notizia. (Corriere della Sera)
I tre prigionieri americani liberati dalla Russia nell’ambito di uno storico scambio, sono tornati negli Stati Uniti. Ad accogliere il giornalista Evan Gershkovich, la collega Alsu Kurmasheva e l'ex marine Paul Whelan sono stati accolti dal presidente Joe Biden e dal vice Kamala Harris alla discesa dall’aereo alla base di Andrews vicino a Washington. (L'Unione Sarda.it)
La proposta statunitense è succulenta: lo scambio di due dozzine di prigionieri detenuti nelle carceri della Russia, degli USA e del resto dell'Europa. Dopo che le trattative per il rilascio dei prigionieri si trascinavano da ormai più di un anno senza esito positivo, la svolta avviene il 25 giugno quando in una capitale mediorientale non precisata va in scena un incontro segreto. (Corriere del Ticino)
Sono arrivati negli Stati Uniti il giornalista Evan Gershkovich e gli altri prigionieri rilasciati dalla Russia come parte di uno straordinario accordo di scambio concluso tra Washington e Mosca. L'aereo con a bordo Gershkovich, l'ex marine Paul Whelan e la giornalista russo-americana Alsu Kurmasheva e' atterrato intorno alle 23:40 ora locale (le 5:40 in Italia) alla base di Andrews, vicino Washington. (Il Mattino di Padova)
Nelle relazioni tra paesi che mal si sopportano lo scambio di spie è spesso un segno di distensione. Dai tempi della Guerra fredda, gli scambi di prigionieri tra Mosca e l’Occidente sono avvenuti con regolarità, ma quello di ieri è davvero senza precedenti. (ilmessaggero.it)