Morte Margaret Spada, nell'ambulatorio assenti ossigeno, defibrillatore e farmaci di emergenza, i medici nel 2009: "Qui solo visite"

Il caso della morte di Margaret Spada continua a far discutere. E ancora di più i metodi utilizzati dai Procopio nel loro ambulatori di Roma, all'Eur. Oltre a non esser state trovate né la cartella clinica né il consenso informato, all'interno mancavano ossigeno, defibrillatore e farmaci di emergenza. La procura di Roma indaga su più fronti, dall'elettrocardiogramma inviato via WhatsApp all'autopsia, il cui esito è stato: "Quadro generale compromesso", culminato con la morte per arresto cardiaco. (Il Giornale d'Italia)

Ne parlano anche altri giornali

Lo studio medico di Roma in cui Margaret Spada, 22 anni, avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento di rinoplastica, non era autorizzato a eseguire interventi chirurgici di alcun tipo. Questo dettaglio è emerso durante le indagini condotte dai carabinieri del Nas, su delega della Procura della Repubblica di Roma. (Casteddu Online)

La manovra che forse poteva salvargli la vita non fu eseguita correttamente e tempestivamente. La relazione ripercorre i giorni di agonia della ragazza di Lentini, dal 4 al 7 novembre, nella Terapia intensiva dell’ospedale Sant’Eugenio, giorni in cui le sue condizioni, già disperate, nonostante l’anamnesi in entrata, vanno via via peggiorando. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Margaret Spada si era sottoposta a un intervento apparentemente semplice di correzione della punta del naso. Tuttavia, il malore è arrivato appena mezz'ora dopo l'iniezione dell'anestetico tra le due narici. (Vanity Fair Italia)

Margaret Spada, una paziente: «Anch'io operata dai Procopio, facevano lo sconto se si pagava cash e in nero»

Una malformazione congenita a livello cardiaco o un’anestesia errata? Le prime risposte dall’autopsia di Margaret Spada, la 22enne morta il 7 novembre dopo aver avuto un malore poco dopo la somministrazione dell’anestetico, sono solo il primo punto di partenza per comprendere cosa abbia portato al decesso la giovane che voleva rimodellare il naso e si era rivolta a un studio di Roma dove non potevano essere eseguiti interventi. (Il Fatto Quotidiano)

Una «cardiopatia congenita», o forse un dosaggio sbagliato dell'anestetico. Un'operazione praticamente di routine, che probabilmente però non poteva essere effettuata da Marco e Marco Antonio Procopio, proprietari del centro nella zona a Sud della Capitale. (ilmessaggero.it)

Lo dice la vicenda della 22enne siracusana morta nelle fasi iniziali di una rinoplastica parziale concordata a 2800 euro (20 minuti di intervento) e lo dicono altre testimonianze affluite in rete dopo la notizia di quelle che le è successo. (Corriere Roma)