Un cumulo di macerie a Khan Younis: cosa resta dopo l'attacco israeliano sulla Striscia di Gaza
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Un cumulo di macerie: ecco cosa resta a Khan Younis dopo l'attacco dell'Israeli Air Force sulla Striscia di Gaza. Nella notte tra il 17 e il 18 marzo infranto il cessate il fuoco: si rompe la tregua che durava da circa due mesi. Israele ha colpito decine di obiettivi a Gaza, tra cui comandanti e operativi di Hamas, tunnel e depositi di armi. Ma anche decine di case e abitazioni di civili a Deir al-Balah, a Gaza City e obiettivi a Rafah e Khan Younis, dove si trovane le tende degli sfollati. (Corriere TV)
La notizia riportata su altri media
La tregua era una tregua solo per chi non guardava abbastanza. Per chi poteva permettersi di dimenticare che ogni giorno a Gaza significava assedio, fame, sete, e il suono costante dei droni in cielo. Adesso non c’è neanche più quell’illusione: l’aviazione israeliana ha ripreso i bombardamenti con la forza promessa da Netanyahu e con la complicità di chi si affretta a giustificare l’orrore. (left)
Siamo inorriditi per il terrore e la morte scatenati oggi sulla terra martoriata di Gaza. Di nuovo a morire sono bambini e bambine, tutt’altro che “danni collaterali” ma volutamente ricercati per costringere la popolazione della Striscia a lasciare la propria terra. (Rete Italiana Pace e Disarmo)
«Questi poveretti non hanno pace». Senza un preavviso ufficiale, nella notte tra il 17 e il 18 marzo l’esercito israeliano ha rotto la tregua con Hamas lanciando l’offensiva “Forza e spada”, che secondo il ministero della Salute di Gaza ha causato 413 morti (ma il dato è in continuo aggiornamento). (Vita)