Retromarcia a metà sul regalo ai ministri: ora c’è il rimborso

Ritirare l’emendamento che aumenta di 7 mila euro al mese le varie indennità ai ministri, viceministri e sottosegretari «tecnici», cioè non eletti in parlamento. La presidente del Consiglio Meloni ha dato ragione al ministro della Difesa Crosetto. Lo ha detto ieri in una replica alla Camera tra una dichiarazione e l’altra in vista del Consiglio Europeo per dare più ufficialità possibile a un intervento che si è fatto aspettare per giorni. (il manifesto)

Su altre testate

Manovra, salta la norma sugli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non eletti (AGI - Agenzia Italia)

L’ondata di indignazione sui social network e la rumorosa protesta delle opposizioni (con l’eccezione del partito di Calenda) alla fine hanno raggiunto lo scopo, ma solo parzialmente. Nel corso della maratona notturna in Commissione Bilancio, infatti, è saltato l’adeguamento dello stipendio dei ministri non eletti ai compensi percepiti dai colleghi di governo che sono anche parlamentari. (Corriere della Sera)

In tal senso, dato che personalmente non credo all’esistenza di una sorta di equa retribuzione nel complesso mondo politico-burocratico, nell’attuale situazione l’idea di equiparare lo stipendio degli stessi ministri a quello dei parlamentari sembrerebbe una cosa assolutamente ragionevole. (Nicola Porro)

L'ultima eredità del grillismo. Vietato pagare bene i ministri

I rimborsi delle spese di trasferta per ministri e sottosegretari non eletti e non residenti a Roma riguardano il tragitto “da e per il domicilio o la residenza”. (Il Fatto Quotidiano)

Cambia ancora la norma sull'aumento di stipendio dei ministri, trasformato in un rimborso spese: nell'ultima formulazione dell'emendamento dei relatori viene precisato che ad essere rimborsate saranno le spese di trasferta solo da e per il domicilio/residenza. (Fanpage.it)

Nell'organismo della politica circolano ancora le ultime scorie del grillismo deteriore, quello dell'«uno vale uno». Tutti uguali, dal banchiere centrale al miracolato mandato in Parlamento con tre clic e un gazebo con le sedie da picnic. (il Giornale)