I manager di qualità vanno pagati bene
Tagliare di un terzo il tetto massimo delle retribuzioni dei dirigenti pubblici indica che questa amministrazione non sa che farsene delle professionalità. A pagare saranno sempre i cittadini, nella forma di minore qualità dei servizi. La decisione che sta per arrivare in Consiglio dei Ministri è di abbassare gli emolumenti annui da 240 a 160mila euro, cifra da intendersi «omnicomprensiva», della serie: nessuno pensi di inventarsi trucchetti per rimpinguarla. (il Giornale)
La notizia riportata su altri giornali
Uno degli argomenti a tenere banco in questi giorni è il tetto sugli stipendi dei top manager, che inizialmente sembrava interessare ogni ambito lavorativo, ma invece sembra pendere verso specifici settori lavorativi. (Ability Channel)
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha delineato i principali assi di intervento, durante un incontro della Lega, offrendo un quadro delle decisioni che caratterizzeranno il prossimo anno economico. (QuiFinanza)
Nessuno lo ha fatto e così il ministro dell’Economia ha provveduto da sé con tagli lineari, risparmiando solo la sanità e poco altro. E la “spending review” colpirà anche i dirigenti pubblici, il cui tetto agli stipendi verrà abbassato dai poco più di 240.000 euro all’anno attuali a 160.000 euro. (InvestireOggi.it)
Saranno inclusi i dirigenti della P. Le retribuzioni verrebbero allineate a quelle del capo del governo, scendendo da 240mila a 160mila euro lordi l’anno. (Il Fatto Quotidiano)
La P.A. Serve una riflessione". (Corriere Delle Alpi)
Abbandonate la speranza che davvero nei prossimi 7-8 anni le assunzioni nella PA saranno circa 150.000 l’anno (in realtà già così non consentirebbero nemmeno un pieno turn over, lungi da qualsiasi potenziamento). (- Le Autonomie)