Alluvione a Faenza, il sindaco vuole fare i lavori in autonomia: i colleghi lo lodano. «Coraggioso»
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«Siamo pronti alla disobbedienza istituzionale». Così il sindaco di Faenza Massimo Isola in una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella lamentando i ritardi cronici per realizzare quelle opere che metterebbero il territorio in sicurezza dai danni provocati dalle alluvioni. Parole che rimbalzano anche nel Bolognese, dove alcuni dei sindaci più colpiti anche dalle ultime calamità solidarizzano con il collega: «Non si possono mettere i sindaci nelle condizioni di dover intervenire in proprio», sottolinea Luca Vecchiettini, sindaco di Pianoro, che si trova a dover affrontare situazioni critiche tra la Val di Zena, le Ganzole e la Fondovalle Savena. (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altri media
Mentre diluviava e un pezzo di Romagna si allagava, mentre la destra attaccava a testa bassa la Regione a Roma e a livello locale, il segretario PD di Ravenna Alessandro Barattoni taceva, tenendo per sé l’indignazione (“ho preferito restare in contatto con i sindaci ed essere accanto a loro, che con sofferenza e impegno stavano cercando di fare il meglio per le loro comunità travolte dagli eventi” dice). (ravennanotizie.it)
«Sedici mesi fa io e il mio compagno Massimiliano Biscaro siamo stati contattati da amici di Faenza che hanno chiesto il nostro aiuto in seguito alla prima alluvione – racconta Alice Prestipino –. Alcuni cittadini e alcuni commercianti hanno ascoltato la nostra richiesta di aiuto e hanno donato beni da portare in Emilia-Romagna. (La Provincia di Cremona e Crema)
Dopo la clamorosa presa di posizione del sindaco Massimo Isola, anche i Comitati degli Alluvionati dell’Unione della Romagna Faentina hanno scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Corriere Romagna)
Io e gli altri. Lui si era già rimboccato le maniche lo scorso anno: era arrivato dopo il 17 maggio, dandosi da fare per tr… (La Repubblica)
Faenza, l'attrice Maria Pia Timo: «E' vergognoso strumentalizzare politicamente l'alluvione» (Settesere)
La nostra città non ne poteva più. Il mio grido d’allarme, che aveva contenuti, diciamo, provocatori, alla fine ha dato i suoi frutti e ho ricevuto una prima risposta dalle istituzioni”. (Il Fatto Quotidiano)