La Lega rilancia sui tetti pubblicitari per eliminare il canone Rai. E aumenta la tensione nella maggioranza
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È un rebus, con ancora diverse variabili sul tavolo. Ma l’idea di accelerare, e risolvere in tempi brevi il nodo della sostituzione di Raffaele Fitto , che da domenica traslocherà a Bruxelles, è quella che starebbe prevalendo nelle ultime ore a Palazzo Chigi. Magari anche senza spacchettare le deleghe ma affidando l’intero dicastero a un nuovo ministro. Giorgia Meloni ha già salutato in pubblico, visibilmente commossa, uno dei componenti più fidati della sua squadra, che a malincuore ha indicato per Bruxelles proprio perché non se ne sarebbe voluta privare a Roma (Il Sole 24 ORE)
Su altre testate
Continua il braccio di ferro all’interno della maggioranza di governo sul tema relativo al canone Rai. Il parlamentare ha spiegato che la proposta avanzata dal suo partito continuerà ad essere portata avanti e che è opportuno ragionare anche sul discorso inerente alla pubblicità. (Virgilio Notizie)
A dar fuoco alle polveri, infatti, ci pensa il portavoce nazionale azzurro, Raffaele Nevi (classe '73 da Terni, una lunga gavetta politica nella sua Umbria prima dell'approdo in Parlamento nel 2018), uno dei fedelissimi di Antonio Tajani, che prima invita l'alleato Matteo Salvini a ''darsi una calmata'' per poi lanciare l'affondo: ''Salvini fa un po' il paraculetto e dice che nel programma c'è anche la riduzione del canone Rai... (Adnkronos)
Non c’è nulla di più insidioso per un governo di una baruffa strumentale tra i partiti di governo. È chiaro che lo scontro dell’altro ieri in maggioranza non mette in discussione la stabilità dell’esecutivo e dell’alleanza, ma comporta intanto la perdita di una piccola quota del credito che i cittadini ripongono in chi è chiamato a risolvere i problemi e non a crearli. (Corriere della Sera)
Come ricorda il sito dell’Agenzia delle entrate, il canone di abbonamento alla televisione è obbligatorio per tutti coloro che possiedono un apparecchio televisivo. Niente riduzione del canone Rai per il 2025. (WIRED Italia)
Stefano Candiani, fedelissimo del leader leghista, rilancia la proposta di legge per abbassare il canone Rai del 20% l’anno, aumentando di un punto percentuale gli spot per la tv pubblica. (il manifesto)
L’anno scorso il capo leghista c’è riuscito, portandolo da 90 a 70 euro, quest’anno no. Questa volta però il livello di guardia è stato quasi superato o quantomeno la diatriba tra Salvini e Tajani sul canone Rai ha rischiato di provocare danni gravi alla compagine. (L'Eco di Bergamo)