Inchiesta ultrà, Inzaghi interrogato stamani: colloquio in un ufficio periferico per dribblare i giornalisti
Inchiesta ultrà, Inzaghi interrogato stamani: colloquio in un ufficio periferico per dribblare i giornalisti L'allenatore dell'Inter, Simone Inzaghi, è stato sentito stamani - mercoledì 9 ottobre a Milano -, in qualità di testimone dagli investigatori della Squadra Mobile che si occupano dell'inchiesta sui capi ultrà di Inter e Milan. Il colloquio con gli investigatori, approfondisce in questo senso l'edizione on line del Corriere della Sera, non è avvenuto in questura, come era previsto, ma in un ufficio periferico della polizia proprio per evitare i giornalisti che fino dalla prima mattina hanno "presidiato" via Fatebenefratelli (TUTTO mercato WEB)
Ne parlano anche altre testate
Questa sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20:35) Pinuccio torna a occuparsi dell’inchiesta che indaga sugli intrecci tra ultrà, ‘ndrangheta e rapper. (Striscia la notizia)
Inzaghi è stato sentito dagli agenti della Squadra Mobile come persona informata sui fatti e terminato dopo circa un'ora in cui all'allenatore è stato chiesto di chiarire i dettagli del rapporto emerso dalle intercettazioni con alcuni degli indagati facenti parte del direttivo della curva nerazzurra. (Calciomercato.com)
Il caso Ultras continua a tenere banco per Milan e Inter, ora arriva il momento di sentire i nerazzurri: anche Inzaghi chiamato a testimoniare (CalcioMercato.it)
Il progetto di espansione nelle intercettazioni di Caminiti: «Con Roma abbiamo fatto Bingo». I modi spicci per respingere chi vuole entrare nell’affare di San Siro («vi metto tutti al muro») e i legami con Cosa nostra e la banda Vallanzasca ’Ndrangheta (LaC news24)
A Milano resterà pure Nicolò Barella (infortunato): inizialmente non era stato incluso il suo nome tra le persone informate dei fatti che avrebbe ascoltato la Procura, però Ferdico sostiene di averlo incontrato sempre nella campagna per ottenere più biglietti per la finale di Champions. (fcinter1908)
Accolta la richiesta del procuratore capo Marcello Viola che temeva ripercussioni dopo l'esposizione, anche mediatica, del sostituto procuratore. (AGI - Agenzia Italia)