Carceri, cresce il numero dei giovani che finiscono all’Ipm: +48% detenuti in 22 mesi
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A un aggiornamento del 15 settembre 2024, i ragazzi e le ragazze detenuti negli Istituti Penali per Minorenni (Ipm) italiani erano 569. Un dato questo che da febbraio supera costantemente le 500 presenze, arrivando ad oscillare tra le 560 e le 580 negli ultimi mesi. A renderlo noto è un nuovo report dell’associazione Antigone sull’emergenza negli Istituti penali per minorenni a un anno dal Decreto Caivano (Il T Quotidiano)
La notizia riportata su altri media
L’obiettivo dichiarato dal governo era quello di combattere le baby gang e l’abbandono scolastico. A un anno di distanza, si possono vederne gli effetti, in un dossier realizzato da Antigone, l’associazione che si occupa di carceri. (Corriere della Sera)
Il sistema italiano della giustizia minorile fino a qualche anno fa era preso come modello da altri Paesi d’Europa ma adesso mostra delle falle difficili da colmare in tempi brevi: sovraffollamento, disorganizzazione, carenza di personale e di progetti di reinserimento sociale lo hanno reso blindato, violento, solo repressivo, e per niente educativo, come invece dovrebbe essere, secondo la Costituzione e il buon senso. (Avvenire)
Un rapporto dell'associazione Antigone denuncia: "Non avevamo mai visto nulla di simile". (Fanpage.it)
Un disastro: a un anno dal Decreto Caivano (15 settembre 2023), provvedimento bandiera della premier Meloni che, per combattere le cosiddette baby gang e il fenomeno dell’abbandono scolastico messi a fuoco allora dalla cronaca nel famigerato comune dell’hinterland napoletano, s’inventò un po’ di carcere in più per il piccolo spaccio e altre misure repressive per i giovani cresciuti all’ombra della camorra, il bilancio degli Istituti penali per minorenni è drammatico. (il manifesto)
A settembre 2024 569, con un dato che da febbraio supera costantemente le 500 presenze. Da quella data gli ingressi nelle carceri minorili sono saliti del 16,4%, da 764 a 889, incremento quasi interamente riconducibile all’applicazione della custodia cautelare. (Alley Oop)
Il MArTA è un catalizzatore che lavora in sinergia con il territorio e a questo vanno ascritte le buone pratiche messe in atto con i Comuni (Taranto ed Ugento per citare solo gli ultimi), le Università pugliesi, le scuole o gli animatori della scena culturale territoriale e nazionale – sottolinea la direttrice del MArTA, Stella Falzone – Un luogo aperto e dinamico in continua evoluzione anche dal punto di vista espositivo grazie alle nuove vetrine inserite nel percorso permanente e all’installazione della temporary art nell’area di ingresso del MArTA. (Tarantini Time Quotidiano)