Migranti, Schlein a Meloni: «Altro che modello, Albania è accordo fuorilegge. Si profila danno erariale»

«Altro che modello. L'accordo che avete fatto con l'Albania è un accordo contro la legge. Un accordo fuori legge. Siete andati ieri al tavolo dei governi europei per presentare questo accordo che viola il diritto europeo». Così la segretaria dem Elly Schlein aprendo la direzione del Pd al Nazareno.«Abbiamo presentato un'interrogazione e continueremo a chiedere quanto è costato quel viaggio in Albania. (Corriere TV)

Se ne è parlato anche su altri giornali

L'Anm, "i magistrati applicano le norme volute dal nostro ordinamento e dall'ordinamento europeo". Schlein, "fuorilegge l'accordo con Tirana, buttati via oltre 800 milioni di euro" (AGI - Agenzia Italia)

Devono essere autorità italiane a svolgere tutte le procedure relative all’autorizzazione della detenzione amministrativa e all’esame delle richieste di protezione internazionale. I centri sono in Albania, ma risultato essere giurisdizione italiana. (Vanity Fair Italia)

Ansa (Avvenire)

Migranti in Albania, che cosa faranno adesso gli stranieri sbarcati? Quali sono i «Paesi sicuri»?

Il tribunale di Roma ha dichiarato illegali i trasferimenti dei migranti in Albania e le opposizioni hanno chiesto all'Europa di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia. (il Giornale)

Una rappresentanza di parlamentari e di membri di associazioni italiani entrano all’interno del sito: “In che posto ci hanno messo? Perché siamo in carcere? Perché siamo stati sottoposti a quell’udienza in videoconferenza? Non abbiamo commesso reati, fate qualcosa per noi, vi prego”. (Il Fatto Quotidiano)

La prima, la più probabile: essere condotti in un centro di accoglienza, forse a Bari, porto di sbarco in Italia, in attesa che vengano sbrigate le pratiche relative al ricorso contro il parere negativo espresso dalla Commissione territoriale del ministero dell’Interno alla loro richiesta di asilo; la seconda, la meno probabile: essere accompagnati al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr), con il rischio che vengano avviate nei loro confronti le procedure di espulsione a meno di una sospensiva da parte del giudice; la terza, quella indicata dal Tribunale di Roma: liberi sul territorio nazionale, senza poter uscire dall’Italia, con un documento di soggiorno provvisorio (durata sei mesi) da richiedente protezione internazionale sulla base del fotosegnalamento al quale sono stati già sottoposti. (Corriere Roma)