Riva a cuore aperto nel 1974: “Io, un uomo qualunque che detesta le recite”
Il 6 aprile 1974, il quotidiano torinese La Stampa pubblicò un’intervista della giornalista Edgarda Ferri a Gigi Riva, maturata in modo tutt’altro che agevole. Il campionissimo del Cagliari, in quei giorni, veniva di nuovo investito da voci di calciomercato che lo mettevano al centro di trattative miliardarie. E lui, esprimendo una volta di più il suo carattere poco incline ai compromessi, si lasciò andare a un lungo racconto dopo tre giorni di “corteggiamento” della Ferri: un affresco della personalità dell’uomo di Leggiuno, per nulla timoroso di esprimere il proprio parere. (Calcio Casteddu)
Se ne è parlato anche su altre testate
Che dal palco ha raccontato le ultime due telefonate con l'Hombre Vertical. (L'Unione Sarda.it)
"Starai festeggiando un po' in disparte, con gli occhiali da sole, non so se indossando la maglia del Cagliari o quella dell'Italia (sicuramente una delle due), attento al bene delle persone a te care. (Sport Mediaset)
Il campionissimo rossoblù mette in fila una coppia di eccellenze assolute a tinte rossonere: Zlatan Ibrahimovic e Marco Van Basten, a quota 6. Nella giornata dedicata agli 80 anni dalla nascita e in avvicinamento a Cagliari-Milan, ecco un altro elemento amarcord su Gigi Riva (Calcio Casteddu)
Erano pronti già da questa mattina, davanti al cimitero monumentale di Bonaria a Cagliari, per rendere omaggio a Gigi Riva nel giorno di quello che sarebbe stato il suo 80/o compleanno. Ma la tomba del più grande attaccante italiano, scomparso il 22 gennaio scorso, si poteva visitare solo nel pomeriggio. (Firenze Viola)
"Papà io devo andare in piazza Yenne a festeggiare", "Ma dove vai se hai 50 anni?". "La partita volevo vederla con lui e poco prima dell'inizio mi ha detto: Nicola io non ci riesco", racconta in un video sui canali social del Cagliari Calcio, "Lui soffriva troppo d'ansia perché vedere una partita del Cagliari spesso ti dà queste forti emozioni. (YouTG.net)
Sul retro, aveva fatto costruire un campo di calcetto piccolino con l’erba sintetica e ci giocavamo insieme, anche con mio fratello Mauro. E poi non viveva con noi, voleva i suoi spazi. (Corriere della Sera)