Letizia, dovere di cronaca
Il dovere di cronaca.
ll’alba come sempre apro la mia rassegna stampa sgangherata e con gli occhi della notte leggo una notizia, pulisco alla buona gli occhiali: “è morta Letizia Battaglia”, avevo letto bene.
Letizia è volata via, quando la conobbi non scattò il clic interiore tra noi e poco importa avevamo sensibilità diverse, ma a lei devo un grazie enorme monumentale per quanto fatto
non saprei ma Letizia, Franco Zecchin, e molti altri ragazzi di allora diedero vita ad una delle pagine fondamentali del giornalismo in assoluto, la mafia non l’aveva fotografata nessuno in quel modo mai e quei servizi fecero il giro del mondo. (Tp24)
La notizia riportata su altri giornali
In questo video Letizia Battaglia ci fa capire come lei non si possa rinchiudere nel recinto di una categoria: «fotografa della mafia, fotografa dei morti». “Aver letto della morte di Letizia Battaglia è stato per noi un grandissimo colpo al cuore. (CittaDellaSpezia)
Situazione simile riguarda anche il progetto del nuovo forno crematorio, già finanziato dal 2015, ma che continua a rimanere in balia delle lungaggini burocratiche Palermo, due anni senza forno crematorio. (BlogSicilia.it)
La forza di Letizia Battaglia era quella di far trasparire la forza e l’unicità di chi inquadrava. Letizia Battaglia rompe la gabbia, spezza le catene, libera il desiderio e le identità (Il Riformista)
(ansa). Da La Licata a Sorgi, da Vasile a Stabile, da Calabrò a Stancanelli, aneddoti e segreti del lungo e intenso rapporto professionale e umano con la fotografa (La Repubblica)
Letizia Battaglia fotografava la vita, sottolinea anche Roberta Scorranese sul "Corriere": «(Le sue erano) fotografie belle pur non ricercando mai, lei, la bella immagine. Anche quando ritraggono tragedie e situazioni difficili, dietro c'è la vita, c'è una specie di respiro che non si spegne» (Avvenire)
Crediamo che sia doveroso intitolare il Centro a Letizia creando anche una struttura collegiale che abbia il compito di tenere alta la produzione artistica della prestigiosa struttura che i Cantieri culturali ospitano anche in suo nome». (Giornale di Sicilia)