Ecco dove si trova la maggior parte degli Airbnb di Milano

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
MilanoToday.it ECONOMIA

Sono troppe le abitazioni destinate agli affitti brevi a Milano? Incidono davvero (e quanto) sul mercato delle locazioni a lungo termine? Una ricerca, condotta dall'Associazione italiana gestori affitti brevi insieme a Wonderful Italy, prova a smentire ciò che di solito si pensa sull'argomento. Lo studio, eseguito elaborando i dati del Comune di Milano, confronta per ogni quartiere della città le abitazioni destinate agli affitti brevi, lo stock immobiliare complessivo e la popolazione residente. (MilanoToday.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

"In questo momento la storia principale è che gli affitti brevi siano la causa di tanti problemi, quando in realtà sono la soluzione di una serie di problemi. In Italia ci sono moltissime case vuote, a Milano sono oltre 60.000. (Il Sole 24 ORE)

È quanto emerge dal primo Atlante degli affitti brevi a Milano, realizzato dall’Associazione italiana gestori affitti brevi (Aigab) e da Wonderful Italy, utilizzando dati forniti dal Comune. Gli immobili destinati ad affitti brevi a Milano sono 18.250, il 2,2 per cento del totale. (La Repubblica)

“In questo momento la storia principale è che gli affitti brevi siano la causa di tanti problemi, quando in realtà sono la soluzione di una serie di problemi. In Italia ci sono moltissime case vuote, a Milano sono oltre 60.000. (LAPRESSE)

O almeno questo è quanto afferma la ricerca realizzata dall’Associazione di categoria dei gestori di case brevi in affitto (Aigab), in collaborazione con il network Wonderful Italy. (Corriere Milano)

– “Le case in affitto breve non sono troppe. È quanto emerge dalla prima ricerca basata sull’elaborazione di dati pubblici del Comune di Milano, e realizzata da Aigab, l’associazione di categoria dei gestori di case in affitto breve, in collaborazione con Wonderful Italy. (Agenzia askanews)

«A Milano le case in affitto breve non sono troppe, non portano allo spopolamento della città e, soprattutto, non tolgono case alle famiglie e agli studenti. Zone centrali e zone turistiche». (ilmessaggero.it)