Strage di Calenzano, l’ipotesi dei pm: errore degli operai sulle condutture
CALENZANO — Avrebbero dovuto «rimuovere alcune valvole e tronchetti per mettere in sicurezza una conduttura per la benzina dismessa da anni». Ma, forse, hanno toccato quello che non dovevano. Scatenando l’inferno a Calenzano. Si muove attorno a questa ipotesi l’inchiesta della procura di Prato sull’incidente al deposito Eni di lunedì 9 dicembre, incidente in cui sono morte 5 persone e 29 sono rim… (La Repubblica Firenze.it)
La notizia riportata su altre testate
E annusare lo stesso cielo, visto da lui prima che quei piedi volassero in aria per sempre. La prima cosa che hanno chiesto le figlie di Vincenzo Martinelli, autista di 55 anni morto nell’esplosione di lunedì al deposito Eni di Calenzano alle porte di Firenze, è stata questa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
L'autotrasportatore napoletano aveva espresso preoccupazioni per le «continue anomalie riscontrate sulla base di carico», e lo aveva anche segnalato ai suoi superiori con una lettera. Martinelli aveva chiesto un confronto con i responsabili della sicurezza dopo un episodio in cui il carico di benzina aveva subito numerosi ritardi. (ilmattino.it)
Dopo le perquisizioni in Basilicata, dove ha sede la Sergen, l’azienda specializzata in manutenzione di impianti petroliferi che lunedì era al lavoro nello stabilimento Eni, e dopo le perquisizioni in diverse sedi di Eni, ieri i carabinieri si sono presentati con un mandato del procuratore Luca Tescaroli nella sede della Bt trasporti di Roma, l’azienda per cui lavorava Vincenzo Martinelli, il primo autotrasportatore recuperato senza vita dopo l’esplosione del deposito di Calenzano avvenuta lunedì mattina. (Corriere Fiorentino)
A preoccuparlo c’è soprattutto il fatto che la manutenzione agli impianti dello stabilimento avvenisse in contemporanea al rifornimento della ben… Ha una lunga esperienza, ha cambiato più volte ditta e conosce bene il deposito Eni di Calenzano ma adesso, dopo l’esplosione e le cinque vittime ha paura. (La Stampa)
Una tragedia che avrebbe potuto essere anche più grave perché accanto alla pensilina di ricarica dove si è verificata l’esplosione ci sono almeno 20 cisterne che contengono carburante. E a Cremona, dove esiste un deposito molto simile, non manca qualche preoccupazione. (CremonaOggi)
Anche dopo le direttive Seveso, che avevano classificato ad alto rischio il deposito di carburanti dove è avvenuto l’incidente del 9 dicembre, si è continuato a costruire a fianco (Open)