Il governo Meloni si alza lo stipendio ma chiede agli italiani più contributi per le pensioni

Il governo Meloni si è preparato un regalo di Natale decisamente cospicuo: 1,3 milioni di euro per portare le indennità di otto ministri e una decina tra viceministri e sottosegretari non eletti in Parlamento allo stesso livello dei componenti del governo che invece hanno anche un seggio e uno stipendio da deputato o senatore. Si tratta di un emendamento alla Manovra 2025 che porterebbe ad aumenti cospicui: all'indennità base mensile di circa 10mila euro (lordi) si andrebbero ad aggiungere 3.690 euro per l'esercizio del mandato, un rimborso al momento riservato ai soli parlamentari, più altri mille euro per rimborsare spese di viaggio da aggiungere alla diaria da 3500 euro che già percepiscono i ministri. (Today.it)

Ne parlano anche altri giornali

Dopo le polemiche arriva il passo indietro del governo sugli stipendi dei ministri. Non c'è l'ufficialità, ma ad apriee la stada è stato Guido Crosetto. (Today.it)

“In Consiglio non permetteremo di eludere la discussione e trovare inutili scorciatoie”: così la minoranza della Pisana – Mario Ciarla (Pd), Marietta Tidei (Iv), Adriano Zuccalà (M5s), Alessio D’Amato (Azione) Claudio Marotta (Avs) e Alessandra Zeppieri (Polo progressista) – sulla scelta del centrodestra di rinviare la discussione sugli emendamenti alla legge di stabilità regionale 2025 alla discussione dell’aula convocata a partire dal primo pomeriggio di oggi, martedì 17 dicembre. (Frosinone News)

Tempi dilatati per la manovra. I tempi si protraggono, anche per la risolutezza delle opposizioni a chiedere il ritiro di tre norme. (L'HuffPost)

Ministri, dietrofront sulle buste paga - Crosetto chiede lo stop

A Palazzo Chigi dicono di non saperne nulla, che Giorgia Meloni fosse all’oscuro del dettaglio che poi tanto dettaglio non è, qualcuno addirittura scommette sul finale a sorpresa e gli applausi sui titoli di coda, con l’emendamento che viene ritirato. (Corriere Roma)

Quella del dicembre 2024 rischia di passare alla storia come la Manovra di Bilancio che ha cancellato una delle più grandi ingiustizie della storia del Paese. No, non si tratta dell’aumento degli stipendi di medici e infermieri, né dell’introduzione del salario minimo e neppure dell’indicizzazione degli stipendi dei dipendenti pubblici all’inflazione. (LA NOTIZIA)

In mattinata era stato Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ad annunciare che avrebbe rinunciato a quello che lui ha chiamato «bonus». (NT+ Enti Locali & Edilizia)