I salari italiani sempre più da fame: peggio di noi fa solo la Grecia
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Anche se cresce il tasso di occupazione rimaniamo maglia nera in Europa. Siamo ultimi in classifica per Eurostat. Male anche sui salari. Non fa che pavoneggiarsi la premier con i dati che arrivano dal mercato del lavoro. Giorgia Meloni però commenta solo le cifre che le fanno comodo e omette di commentare quelle che denunciano il flop delle politiche economiche del suo governo. Gli ultimi dati che ci dicono che il mercato del lavoro cresce ma con salari da fame sono quelli che arrivano dall’Eurostat. (LA NOTIZIA)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Preoccupa, in particolare, l’incremento di casi nel Nord-Est (da 120 a 127 denunce) e nelle Isole (da 44 a 65), mentre si riscontra una parità al Centro (113 decessi in entrambi i periodi) e cali nel Nord-Ovest (da 155 a 154) e al Sud (da 127 a 118). (Il Giornale d'Italia)
Migliorano invece gli altri parametri “sociali, dall’occupazione al rischio di povertà per chi lavora passando per la quota di Neet e dei laureati tra i giovani. (Notizie d'Abruzzo)
Il reddito disponibile reale lordo delle famiglie italiane nel 2023 diminuisce, soprattutto a causa della crescita elevata dei prezzi, e si attesta oltre sei punti al di sotto di quello del 2008. È quanto emerge dai dati Eurostat (quoted business)
Migliorano invece gli altri parametri “sociali, dall’occupazione al rischio di povertà per chi lavora passando per la quota di Neet e dei laureati tra i giovani. La disponibilità di reddito reale delle famiglie italiane resta lontana da quella del 2008 e negli ultimi due anni accusa un nuovo colpo legato alla fiammata dei prezzi. (JUORNO.it)
L'Italia va meglio su occupazione e povertà lavorativa, ma per giovani e donne la situazione resta critica. Lo riporta il Quadro di valutazione sociale di Eurostat. (Fanpage.it)
Emerge dalle tabelle Eurostat sul “Quadro di valutazione sociale” secondo il quale migliorano invece i punteggi per l’Italia sul fronte dell’occupazione e della disoccupazione e sulla povertà di chi lavora che scende sotto il 10% per la prima volta dal 2010. (Agenpress)