Le pagelle del Torino film festival 2024

Al Teatro Regio, tradizione di lunga data, ci sta. Soprattutto con una coreografia elegante e punteggiata da stelle, ma anche con il ritorno a smoking ed eleganza. Il Coro delle Voci Bianche, le battute di Sharon Stone, Matthew Broderick e altri su Ron Howard hanno portato leggerezza. Base è un ottimo anchor-man: la prossima volta andrà ancora meglio con la traduzione (come fatto alla chiusura). Servono o snaturano la tradizione? Falso problema se si pensa allo “sfondamento” comunicativo e agli applausi in sala alla star di turno. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri giornali

La 42ª edizione del Torino Film Festival ha imposto una netta inversione di tendenza, destinata a segnare il futuro non solo di questa manifestazione ma dell’idea stessa di festival. Il successo (che si è potuto misurare dall’entusiasmo della Torino che conta all’inaugurazione e dallo spazio nei media) è stato evidente, perché il tappeto rosso con la sua passerella di star ha fatto dimenticare la materia di cui dovrebbero essere fatti i festival, cioè i film. (Corriere della Sera)

Mi ha colpito come registi di paesi così diversi abbiano scelto questo tema declinandolo in modi diversi in un momento in cui l'uomo e l'umano sembrano essere smarriti. Così Margaret Mazzantini, presidente della giuria del Concorso Lungometraggi del Torino Film Festival, alla cerimonia di premiazione del Tff che ha visto Holy Rosita, primo lungometraggio del regista belga Wannes Destoop, scelto come miglior film dell'edizione 2024. (Il Mattino di Padova)

E c’è da aggiungere che sia Holy Rosita di Wannes Destoop, sia Vena di Chiara Fleischhacker, sia L’aguille di Abdelhamid Bouchnack… Considerata la valanga di pellicole sul tema distribuite in ogni sezione del festival incluse «Fuori Concorso» e «Zibaldone», era difficile che la giuria presieduta da Margaret Mazzantini non premiasse un titolo centrato sulla maternità. (La Stampa)

Tff, vince “Holy Rosita” del TorinoFilmLab

Prima, alle 15, presenterà al Cinema Romano, in Sala 2, Brazil di Terry Gilliam. Si conclude così un festival ricco di star e una formula più snella, con 120 film anziché circa 200. (Corriere della Sera)

L’ultimo giorno della 42esima edizione di Torino Film Festival vede luccicare i titoli in concorso con l’assegnazione dei maggiori riconoscimenti. Premio speciale della giuria a “Vena” della tedesca Chiara Fleischhacker, mentre la miglior sceneggiatura va a “L’aiguille” di Abdelhamid Bouchnack, che già ha fatto bottino pieno in mattinata di premi collaterali. (La Stampa)

A decretarlo la giuria del Concorso Lungometraggi presieduta da Margaret Mazzantini e composta da Milcho Manchevski Anne Parillaud, Giovanni Spagnoletti e Krzysztof Zanussi. Il film, che e' stato sviluppato da TorinoFilmLab, il laboratorio audiovisivo organizzato dal Museo Nazionale del Cinema, riceverà un premio di 20 mila euro. (La Repubblica)