Siamo nel regno di Trump II, e non servirà più evocare la calata delle tenebre

Benvenuti nel regno di Trump II. Il regno dei record. Il 47esimo presidente degli Stati Uniti – che è stato anche il 45esimo – ha colorato di rosso la mappa americana saltando molto oltre l’asticella minima dei 270 grandi elettori e si è anche assicurato la maggioranza nel voto popolare con un distacco di 5 milioni (l’ultimo candidato repubblicano a riuscirci fu George W. Bush, 20 anni fa, contro Kerry). (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altri media

Come ho scritto giorni fa a caldo subito dopo la vittoria di Trump, milioni e milioni di cittadini liberi hanno detto sì consapevolmente e nettamente a una piattaforma che avrà conseguenze devastanti sulle loro stesse vite (oltre che sulle vite di tutti noi), sui diritti delle donne, sui diritti umani, sui diritti delle comunità più fragili ed esposte. (Valigia Blu)

Già qui in Europa, dobbiamo vedercela con una vasta frazione dell’opinione pubblica che non nasconde le proprie simpatie per Putin e che apprezza Trump perché pensa che egli permetterà alla Russia di chiudere a proprio vantaggio la vicenda ucraina. (Corriere della Sera)

"All’indomani della vittoria americana di Donald Trump l’Europa è chiamata ad interrogarsi su quelli che saranno i nuovi scenari geopolitici e sulle conseguenze anche sul piano economico. (LA STAMPA Finanza)

Il secondo mandato di Trump: tempi bui ma qualche luce

Caro Avvenire, mi sento sollevata dalla vittoria di Donald Trump perché credo che significhi molto in termini di opposizione al politicamente corretto e alle élite globaliste che ostacolano il “free speech” in Occidente (alcuni professori dell'Università di Harvard hanno sospeso un giorno le lezioni per far digerire l'esito elettorale agli studenti). (Avvenire)

La vittoria schiacciante riportata da Donald Trump nelle elezioni presidenziali della scorsa settimana non è stata una sorpresa per nessuno. La vice presidente Kamala Harris si era rivelata, anzi, uno dei migliori sfidanti tra tutti coloro che quest’anno hanno dovuto affrontare il giudizio delle urne nei paesi industriali avanzati, potendo contare su una campagna elettorale disciplinata, la candidatura storicamente impopolare di Trump e un’economia americana che naviga a gonfie vele. (Corriere della Sera)

Bush come “some weird sh…t” (strana m…da) per i toni oscurantisti e minacciosi delle parole uscite dalla bocca di Trump. Parole pacate che ricordano quelle espresse subito dopo la prima elezione del 2016. (GLI STATI GENERALI)