Rutte (Nato): profondamente preoccupati della situazione in Georgia
Rutte (Nato): profondamente preoccupati della situazione in Georgia 03 dicembre 2024 Milano, 3 dic. - Il capo della Nato Mark Rutte ha criticato la situazione in Georgia definendola "profondamente preoccupante" dopo che decine di persone sono rimaste ferite nei giorni di proteste antigovernative da parte di dimostranti filo-occidentali. "I resoconti di violenza sono profondamente preoccupanti e li condanno inequivocabilmente", ha affermato Rutte in una conferenza stampa a Bruxelles (Il Sole 24 ORE)
Ne parlano anche altre testate
Gli scontri di ieri sera in Georgia hanno provocato 26 feriti, in maggioranza manifestanti, ha annunciato il ministero della Sanità del Paese sconvolto dalla settimana scorsa da proteste filoeuropee. (Il Mattino di Padova)
"Dal 30 novembre, quando Irakli Kobakhidze ha annunciato l'interruzione del processo di integrazione europea, sono scesa in piazza insieme ad altri georgiani ogni giorno per chiedere che il Paese... (Virgilio)
Il premier georgiano ha dichiarato che il messaggio in cui ha annunciato la sospensione dei colloqui con l'Ue per l'adesione della Georgia, è stato franteso e ha accusato i funzionari Ue di ostacolare il processo. (Euronews Italiano)
Bruxelles – La Georgia sembra sempre di più una polveriera pronta ad esplodere. Le proteste, violente, contro il governo filorusso durano da quattro giorni, con decine di feriti ricoverati in ospedale sia tra i manifestanti sia tra la polizia (che sta reprimendo con la forza il dissenso) e con i disordini estesi ormai a diverse città oltre la capitale Tbilisi. (EuNews)
Il leader del partito di opposizione georgiano Akhali, Nika Gvaramia, è stato picchiato e arrestato dalla polizia dopo una perquisizione nella sede del partito, secondo quanto è stato riportato in diretta dalla stazione televisiva indipendente Pirveli. (Sky Tg24 )
Per la sesta sera consecutiva, da quando giovedì scorso il governo ha deciso di rinviare al 2028 il cammino di adesione all'Ue, i manifestanti sono scesi in strada per protestare. (Corriere del Ticino)